Una farmacista di 30 anni ha deciso di licenziarsi sottolineando le gravi carenze che riscontrerebbero lei e i suoi colleghi in piena emergenza Coronavirus
In piena emergenza Coronavirus, una farmacista di 30 anni ha preso una decisione senz’altro forte, quella di licenziarsi. La donna, in servizio nel Bresciano, spiega le ragioni che l’hanno spinta a prendere questa scelta ai microfoni del ‘Giornale di Brescia‘. “Non avrei mai pensato di mollare, ma sono stremata e il modo con cui le autorità ci stanno costringendo ad affrontare, o meglio non affrontare, l’emergenza Covid-19 è vergognosa. Oltre che pericolosa“.
La 30enne quindi continua ad attaccare sottolineando le criticità per la sua categoria, in particolare la scarsità di mascherine e di presidi a tutela della salute sua e dei suoi colleghi. Il tutto nonostante le farmacie restino aperte, come previsto dal decreto del Governo perché considerate servizi garantiti dal Servizio sanitario nazionale. Esse però non sarebbero rifornite in maniera regolare con dispositivi protettivi e prodotti per a sanificazione di bancone e locali.
La donna infatti sottolinea. “Da settimane abbiamo esaurito guanti e mascherine destinati alla vendita e centelliniamo quelli per noi. Nella farmacia in cui lavoro abbiamo mascherine solo fino a lunedì prossimo, esclusivamente perché siamo state lungimiranti e abbiamo fatto scorta per noi a fine febbraio“.
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La farmacista prosegue: “Io da tre giorni usavo la stessa, girandola e disinfettandola dentro e fuori, ma so di colleghi che sono rimasti senza e stanno al banco con la sciarpa sulla bocca e i guanti per lavare i piatti. Lavorare così è pericoloso per noi e per gli altri“.
Quanto ai clienti invece, “soprattutto anziani“, “essendo chiusi gli studi dei medici e inaccessibili gli ospedali, la gente vede nel farmacista il suo punto di riferimento. Ho clienti che invece di restare a casa vengono a comprare creme solari, solette delle scarpe o dentifrici tre volte al giorno, pur di farmi sentire il loro tipo di tosse“.
Infine la 30enne denuncia l’impossibilità per i farmacisti di potersi mettere in quarantena, essendo essi operatori di servizi pubblici essenziali, anche se venuti a contatti con una persona positiva al Coronavirus. “Se un collega si infetta, la farmacia chiude e addio servizio”. Infine la farmacista chiede alla Regione Lombardia “una presa di posizione netta”, visto che fino a questo momento sono giunti solo “consigli e indicazioni generiche“.
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