Silvio Brusaferro ha parlato del contagio del coronavirus nel Meridione, qui si può ancora bloccare: “Se può intervenire in modo significativo”
Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), dona buone speranze per il Sud che può combattere ancora attivamente il coronavirus. “È possibile che al Sud possa esserci una circolazione più limitata del nuovo coronavirus e che i picchi di pazienti che necessitano di terapia intensiva – ha spiegato lo studioso all’Ansa – e dunque di essere intubati, non siano così importanti come è stato al Nord, a patto che si rispettino le attuali misure stringenti di contenimento”.
Una nota positiva che arriva da chi il virus lo sta affrontando e studiando dal primo momento della sua comparsa nel nostro Paese. In Italia crescono i contagiati che nella giornata di ieri hanno superato le 12 mila unità in Italia. Un dato che riguarda soprattutto le regioni del Nord.
Al Sud, invece, i casi sono alquanto limitati. Secondo Brusaferro esiste una buona possibilità di contenimento del virus ma ad una una condizione: il rispetto ferreo di quelle che sono le misure messe in campo dal governo.
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Cauto ottimismo dunque da parte dell’Iss che però tramite la voce del suo presidente ci tiene a mettere in chiaro le cose: “I casi sono ancora limitati e se si agisce in un momento iniziale della curva epidemica si può intervenire in modo significativo” ha detto. “Se dunque il rispetto delle misure varate, a partire dalle limitazioni dei contatti interpersonali, è fondamentale in tutto il Paese, ancora più cruciale è nelle regioni meridionali proprio per rallentare dagli inizi la circolazione del virus” ha puntualizzato il medico.
Brugafetto ha infatti precisato che per il momento i casi di coronavirus scoppiati al Sud “hanno per lo più un collegamento con i focolai settentrionali e la situazione è molto diversa”.
In generale, però, “in questo momento la curva sta crescendo e valuteremo l’efficacia delle forti misure adottate nell’arco dei prossimi 15 giorni. Speriamo – ha affermato – in un rallentamento dei contagi, soprattutto al Nord, ma è presto per fare previsioni. Monitoriamo quotidianamente”.
E una volta passata la pandemia il virus potrà ripresentarsi? Gli studi “sono in corso ma – ha concluso il presidente Iss – riteniamo che anche questo, come gli altri virus, possa lasciare una memoria immunitaria nelle persone che possa appunto immunizzarle. Le conoscenze sul SarsCov2, però, le stiamo sviluppando in itinere”.
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