Il rischio di un collasso degli ospedali è concreto e la situazione Coronavirus Italia appare lontana dal risolversi. Lo afferma il Giovanni XXIII di Bergamo.
L’emergenza Coronavirus Italia ha colpito Bergamo e provincia più di ogni altra città. Il territorio orobico è quello che fa contare il maggior numero di casi, quasi 2000, da quando è scoppiata la pandemia in Italia.
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Della situazione parla il dottor Roberto Cosentini, primario di Medicina d’Urgenza dell’ospedale Papa Giovanni XXIII proprio di Bergamo. La situazione attuale lo preoccupa enormemente. A ‘La Repubblica’ il dottor Cosentini afferma: “La Lombardia fa ormai da focolaio di una pandemia enorme e che sembra non avere fine. Ogni giorno registriamo un numero enorme di ricoveri e gli ospedali scoppiano. Urge trovare al più presto altri letti ed anche altri medici ed infermieri. Alle condizioni attuali resisteremo soltanto per poco”.
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“Purtroppo la dinamica innescata dal Coronavirus è già cambiata. Ora nel mio ospedale arriva una media di 70 contagiati al giorno. Ma il numero va aumentando. Arrivano tutti insieme e sono tutti gravi. Inoltre appartengono a tutte le fasce di età e prima di ammalarsi erano sanissimi e forti. Se l’ondata di contagi non cala, il sistema sanitario italiano collasserà. Tutto quanto sta succedendo è equiparabile ad una catastrofe naturale”. O ad una guerra, come affermato anche da altri professionisti del settore medico attualmente impegnati in prima fila contro il Coronavirus in tutta Italia.
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Cosentini parla anche di “ciclicità delle crisi. I primi contagi vedevano soggetti spalmati lungo tutto l’arco del giorno. Avevano soltanto febbre e bronchite leggere. Ora però giungono tutti di pomeriggio e già con polmoniti gravi, per le quali c’è per forza bisogno di ricovero in terapia intensiva e di respirazione assistita. Tra le 16:00 e le 18:00 di ogni giorno arriva una ondata di urgenze concentrate. Qualcosa che succede solamente in occasione dei terremoti. E siamo già alla terza settimana, ma la fine di tutto questo appare davvero lontana. In origine i soggetti colpiti erano gli anziani già con malattie gravi in corso. Ora però arrivano anche i giovani ed i più sani, che magari hanno resistito a casa più a lungo”.
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