La situazione Coronavirus Italia, parla una esperta, che si esprime sul picco di casi e sui possibili effetti dell’arrivo del caldo.
Le opinioni in merito a come potrebbe influenzare il cambio di stagione sul Coronavirus fa discutere tanto in Italia quanto nel mondo. I virologi e gli epidemiologi sono in costante contatto per scambiarsi idee e pareri su questo argomento. Una di loro è la dottoressa Maria Rita Gismondo, direttrice del laboratorio di Microbiologia Clinica dell’ospedale ‘Sacco’ di Milano. Nel corso di una sua intervista all’emittente radiofonica Radio Cusano Campus, quest’ultima dice: “Con l’inoltrare della primavera e con l’estate, i virus che attaccano le vie respiratorie calano. Questo anche perché mutano le nostre abitudini. Infatti nella stagione fredda tendiamo a stare al chiuso assembrandoci. Questo favorisce la trasmissione di agenti patogeni. Stare all’aperto invece diminuisce questo rischio. Ora però la situazione è diversa e restare chiusi in casa è la via principale per debellare il Covid-19”.
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Coronavirus Italia, il caldo di solito fa sparire i virus respiratori
Su un possibile vaccino: “Ci si può arrivare, ma serve tempo. Forse giungerà dopo che verrà raggiunto il picco in tutta Europa. Per ora la via più rapida è una terapia, poiché abbiamo tante molecole che potrebbero essere attive nei confronti del virus. Provare più e più volte è necessario per poter mettere su una terapia davvero efficace. Possiamo puntare su due target differenti di attività: l’antivirale, che ha il compito di inibire il prima possibile il virus, e poi la molecola trovata nell’ormai famoso farmaco per l’artrite reumatoide. Quest’ultima riduce l’infiammazione indotta dalla polmonite. Trovare una terapia combinata può essere una soluzione”. La Gismondo rilascia anche una dichiarazione polemica: “Questa esperienza deve insegnarci molto. In primis che la sanità non può essere spezzettata in varie entità regionali”.
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“Il virus è meno letale di quanto sembra”
“In ogni zona d’Italia un nostro cittadino deve avere lo stesso diritto alla salute. Anzi, dovrebbe essere così in tutta Europa. E vorrei che le persone non dimentichino i nostri sacrifici”. Nel frattempo i contagi sono in aumento: “Entro poco tempo circa il 65% della popolazione sarà positiva al Coronavirus in Italia, ma non bisogna avere paura. C’è un incremento dei contagi ma siamo certi che con numeri maggiori, il Covid-19 sarà meno letale di quanto sembra”. Il virus è silente nel 90% dei casi, per quanto riguarda quel 10% è necessario il ricovero in ospedale. Non dimentichiamo comunque che la morte diretta da Coronavirus è molto scarsa. I decessi fino ad ora sono quasi tutti CON la malattia e non PER la malattia”.
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“In due settimane attendiamo un calo dell’emergenza”
Ci sono anche dei giovani in terapia intensiva. “Questo dimostra che la medicina non è una scienza esatta. Casi anche tra i bambini non erano da escludere sin dall’inizio. Dobbiamo comunque fare riferimento alla frequenza maggiore dei casi, alla curva. L’età media dei deceduti è di 82 anni ed i guariti sono quasi il doppio dei ricoverati in terapia intensiva. La Lombardia è stata sfortunata per via di quel focolaio da cui è partita la crisi. Senza questo, avremmo avuto pochi casi che sarebbero aumentati nel tempo, e non questa deflagrazione improvvisa che ha portato alla crisi sanitaria in corso. Perché l’emergenza c’è. Comunque nel giro di due settimane ci aspettavamo un calo importante delle positività, dei malati e dei ricoverati. Questo non vuol dire che il Covid-19 sparirà. Dovremo conviverci ancora per qualche altro mese”.