L’epidemiologo Pierluigi Lopalco, professore di Igiene all’Università di Pisa, ha parlato dell’aumento dei numeri del contagio da nuovo coronavirus commentando gli ultimi dati forniti dalla Protezione Civile.
È un momento drammatico quello che attualmente sta vivendo l’Italia. Il Governo, per limitare i contagi da nuovo coronavirus, sta mettendo in atto ogni possibile misura. Tra queste l’emanazione di decreti tra cui il cosiddetto “Io resto a casa”. Limitare gli spostamenti dei cittadini è stata ritenuta, considerata la modalità di trasmissione del virus, una delle modalità più efficaci per cercare di arginare l’epidemia.
Il Premier Giuseppe Conte in una conferenza stampa dell’11 marzo ha riferito che la popolazione ha risposto bene alle nuove misure. È stata compresa dai cittadini l’importanza di rimanere nelle proprie abitazioni. In quella stessa occasione, però, il Presidente del Consiglio ha ribadito che gli effetti di contenimento inizieranno a vedersi fra un paio di settimane.
I dati comunicati giornalmente dalla Protezione Civile ne sono la prova: attualmente, infatti, i contagi non accennano a diminuire. Proprio dei numeri allarmanti ha parlato il professor Pierluigi Lopalco a Il Messaggero, docente di Igiene all’Università di Pisa.
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Non è stupito dei grandi numeri del contagio il professor Pierluigi Lopalco, docente di Igiene all’Università di Pisa. I dati consegnati dalla Protezione Civile per l’epidemiologo sono fisiologici e prima che il virus arrivi nella sua fase calante ci vorrà del tempo. Questo in sintesi quanto affermato dall’esperto nel corso di un’intervista rilasciata a Il Messaggero.
Il professor Lopalco, quanto al picco di contagio che a suo avviso ancora deve registrarsi, ha dichiarato: “Non serve a nulla pensare al picco. Ora vi spiego il perché: il picco è quella parte della curva dopo la quale inizia la diminuzione dei casi; il fatto che l’Italia sia un paese grande, lungo e stretto, interessato da più di un focolaio epidemico, rende difficile – riporta Il Messaggero– osservare un solo picco, cioè una sola curva di crescita“.
L’epidemiologo per chiarire ai meno esperti, ha precisato: “Abbiamo osservato il picco a Codogno, il picco nella zona del Lodigiano, dove i nuovi contagi si sono ridotti un po’ naturalmente e un po’ per le misure prese. Ma da questo focolaio ne sono venuti fuori altri e ognuno – riferisce Il Messaggero– di questi avrà dei picchi. Solo alla fine potremo vedere quale sarà la forma complessiva della curva dell’epidemia in Italia. Quello che possiamo dire al momento è che sembra crescere in modo molto ripido“.
Ma allora sorge spontaneo e comprensibile chiedere se la curva del virus si può arrestare o quantomeno frenare. Il professor Lopalco è chiaro nella sua risposta: “Sì, possiamo farlo solo se ogni cittadino italiano farà la sua parte. Immaginate il virus come un incendio: più paglia trova sulla sua strada, più il fuoco si propaga“. In sostanza il medesimo messaggio lanciato dalle istituzioni. In un momento critico come quello attuale ognuno è chiamato a mettere in atto ogni possibile precauzione e ad eliminare comportamenti irresponsabili.
Proprio riguardo alla cocciutaggine ed al menefreghismo di alcuni italiani, il professor Lopalco vuole dedicare qualche pensiero: “Credo che sia assurdo che gli italiani non riescano a capire una cosa così semplice: va bene uscire e andare a lavorare, ma poi bisogna rientrare e rimanere in casa. Punto. Basta dover ripetere sempre le stesse cose. È un sacrificio – riporta Il Messaggero– che bisogna fare per qualche settimana. Ora abbiamo bisogno di concentrarci sui malati, bisogna prendersi cura di loro e pensare che il nostro sistema sanitario rischia di non farcela. Evitiamo di arrivare al punto in cui gli ospedali non potranno prendersi cura di tutti i malati“.
Il professor Lopalco ha poi risposto ad un interrogativo che in molti si sono posti: cioè se il Sud subirà gli stessi numeri del Nord. L’epidemiologo, responsabile della task force istituita dalla Regione Puglia per coordinare le azioni in relazione all’emergenza Covid-19, non ci sono dubbi. La risposta è affermativa.
Per tale ragione in questo momento, riferisce Il Messaggero, si stanno liberando soprattutto in Puglia posti letto negli ospedali; si è in attesa di un’ondata di casi.
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