Stando ad un recente ed autorevole studio, il cambiamento climatico porterà nel 2100 alla scomparsa della metà delle spiagge del pianeta.
La metà delle spiagge del Pianeta, entro il 2100, sparirà. Lapidario e conciso, questo il risultato di una recente ed autorevole ricerca portata avanti da un gruppo di studiosi. La causa sarebbe da ricercarsi nell’ormai tristemente noto cambiamento climatico. Un fenomeno che porterà l’Australia, ad esempio, a perdere circa 12mila chilometri di costa.
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L’Australia entro il 2100 potrebbe perdere ben 12mila chilometri di costa, il mondo intero la metà delle sue spiagge. Questo l’allarmante dato emerso a seguito di un recente ed autorevole studio. A portarlo avanti un team di ricerca internazionale, riporta la redazione di Fanpage, guidato da scienziati dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) italiano. Hanno collaborato anche il Dipartimento di Scienze e ingegneria delle acque (Paesi Bassi) e le Università di Twente e di Cadice.
Lo studio ha preso il via tramite l’analisi, riporta Fanpage, di alcune immagini che immortalavano le coste australiane tra il 1984 ed il 2016. Attraverso l’impiego di modelli matematici, sono stati in grado di effettuare delle proiezioni ed hanno constatato il drammatico dato.
Entro il 2100 metà delle spiagge del mondo scompariranno ed a subirne maggiormente sarà l’Australia che ne vedrebbe inabissarsi 12mila chilometri. Un danno non soltanto per l’ambiente ma anche per l’economia e la popolazione. Nella “terra dei cangur”, infatti, la maggior parte delle persone vive sulle coste.
Un deperimento inevitabile, considerato uno dei maggiori fattori di causa ossia l’innalzamento del livello del mare dovuto allo scioglimento dei ghiacciai. Quest’ultimo a sua volta causato dalle eccessive emissioni di carbonio derivanti dalle attività umane che altro non stanno facendo che accelerare il processo. Non si tratta, dunque, di teorie o ipotesi recondite: la scienza ha messo dinnanzi agli occhi di ognuno l’inevitabile, dimostrando anche come questo processo abbia radici profonde.
Negli ultimi 30 anni, riporta la redazione di Fanpage, le spiagge sabbiose della terra si sono erose del 25% ogni anni. Tradotto significa che sono andati perduti 28mila chilometri quadrati di spiagge. Tra il 1996 ed il 2016 sono sparite anche 10mila chilometri quadrati di aree umide e foreste di mangrovie. Rimanere inermi dinnanzi a questi tragici dati porterà all’inabissamento anche del 60% delle spiagge del Gambia e della Guinea-Bissau, ma anche di India, Stati Uniti, Messico, Cile, Cina e Canada. Drammatico, riporta Fanpage, anche il futuro delle piccole isole come Kiribati e Tuvalu.
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