Coronavirus, lo studio del docente mette in luce i dati relativi alla mortalità della pandemia e lancia un appello per tutti.
L’emergenza coronavirus prosegue in Italia e nel mondo. Nel nostro paese, secondo il bollettino ufficiale della protezione civile, i casi positivi attualmente nel nostro paese sono 17.750: fino ad oggi i decessi constatati sono stati 1.441. Gli esperti, nelle ultime settimane, stanno commentando diversi studi e diversi modelli matematici per spiegare quando la diffusione inizierà a rallentare. Un docente di fisiologia dell’Università di Pisa ha effettuato uno studio per dimostrare come il nuovo coronavirus abbia di fatto raddoppiato la mortalità in ogni fascia d’età. Nessuno può sentirsi tranquillo e tutte le persone dovrebbero adottare comportamenti adatti per ridurre il contagio.
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Coronavirus, lo studio del docente sulla mortalità del nuovo Covid-19
Alessandro Cellerino ha condotto uno studio in cui ha verificato l’aumento della mortalità in ogni fascia d’età causato dal nuovo coronavirus. Il docente di Fisiologia dell’università Normale di Pisa ha confrontato la letalità del Covid-19 con la letalità generale della popolazione. “La letalità di Covid-19 e la mortalità generale cambiano in maniera simile in funzione dell’età”, ha spiegato il professore. “I dati epidemiologici mostrano chiaramente come il rischio di morte per coronavirus aumenti in funzione dell’età. I pazienti italiani la cui morte è collegata al Covid-19 hanno in media 81 anni. I dati vanno contestualizzati. Gli anziani hanno un rischio più elevato di mortalità in generale e guardando i dati Istat si nota come l’età media delle persone in Italia è di 80 anni“. Cellerino ha lanciato l’allarme e ha anche confermato la sua tesi. “In Italia, nella fascia d’età tra i 20 e i 29 anni, la mortalità generale è di 1,5 per ogni mille: in caso di malattia, la letalità del coronavirus va sommata a questa statistica. La letalità da Covid 19 in questa fascia d’età è del O,2%”. Il professore ha tracciato infine il bilanci. “Sommando la mortalità generale con quella della malattia, si ottiene il valore 0,35%: la malattia raddoppia il rischio di mortalità in questa fascia. Questo rapporto è presente in tutte le fasce d’età”.
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