Coronavirus, i limiti di età per la terapia intensiva. Il documento pubblicato da Siaarti, importante società scientifica, ha scaturito giudizi e critiche
Il 6 marzo 2020, un’importante società scientifica, la Siaarti, che comprende tutto il personale di area critica, quindi soprattutto anestesisti rianimatori, ha reso pubblico un documento con il quale si definivano i criteri per ammettere alle cure i malati di coronavirus. In questo documento al punto 3 si leggeva: “Può rendersi necessario porre un limite di età all’ingresso in terapia intensiva. Non si tratta di compiere scelte meramente di valore, ma di riservare risorse che potrebbero essere scarsissime a chi ha in primis più probabilità di sopravvivenza e secondariamente a chi può avere più anni di vita salvata, in un’ottica di massimizzazione dei benefici per il maggior numero di persone“. Il criterio dell’età sembra apparentemente logico, ma allo stesso tempo è anche pericoloso. Può produrre discriminazioni ed inoltre tale criterio è poco scientifico perché pur essendo in medicina un indicatore importante, non sempre rileva la complessità.
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Coronavirus, si discute sul criterio dell’età
Dopo la pubblicazione di questo documento molte persone hanno scatenato un’accesa discussione, ancora in corso. Molti hanno osservato un comportamento non consono di Flavia Petrini, presidente della Siaarti, la quale, in un’intervista, non ha risposto alla domanda riguardo al punto tre. Ogni regione sta adottando le misure contenute nel documento come meglio crede. La Regione Veneto, per esempio, ha datato il 13 marzo 2020 la circolare numero 120693 e ha invitato ad applicare in modo omogeneo il documento Siaarti per evitare strategie assistenziali e decisionali difformi nel territorio della Regione. Domenico Mantoan, direttore generale dell’area sanitaria e sociale della regione Veneto, ha firmato la circolare. Il presidente Zaia e l’assessore alla sanità Lanzarin devono confermare il documento.
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