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Coronavirus, un italiano dalla Cina: “Proteggetevi, vi spiego come”

Coronavirus, il giornalista Gabriele Parpiglia ha intervistato Daniel Turriani, nostro connazionale in Cina: la sua testimonianza

Gabriele Parpiglia e Daniel Turriani – Foto Instagram da https://www.instagram.com/danielturriani/

Difficilmente, appena un mese e mezzo fa, avremmo immaginato che il dilagare del coronavirus in Cina ci avrebbe riguardato da vicino. Dal paese orientale, tuttavia, la malattia si è diffusa in altri paesi, raggiungendo anche l’Italia e da lì il resto d’Europa, diventando una pandemia globale. Un evento che ha cambiato le nostre vite e che ricorderemo a lungo. Le misure di contenimento dei contagi e l’invito a restare a casa ci hanno posto in uno scenario che sembrava lontano anni luce. In Cina, si inizia forse a vedere la fine del tunnel. Da lì, Daniel Turriani, nostro connazionale, intervistato dal giornalista Gabriele Parpiglia, da’ dei consigli su come tutelarci e uscire dall’emergenza.

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Parpiglia ha condiviso su Instagram la telefonata con Turriani. L’uomo, che si trova a 1000 chilometri da Wuhan, primo focolaio dell’epidemia, è chiuso in casa dal 22 gennaio con la sua famiglia e spiega: “Non usciamo di casa se non per andare al supermercato, in due mesi ci siamo andati tre volte per evitare di farlo troppo spesso. Adesso c’è una ripresa, ci sono circa 20 contagiati al giorno ma si era arrivati fino a 3500-3800. La gente sta tornando al lavoro, ma se può resta ancora in casa. In Italia sarà lunga, i numeri sono allarmanti. Qui non si era mai andati oltre i 250 morti in un giorno. Nella zona dove sono io, c’è stata subito grande disciplina, senza troppi divieti, ma con misurazione della febbre ad ogni spostamento. Qui girano tutti con mascherine, guanti di lattice, usano i semi di girasole da mettere sul dito per premere i bottoni dell’ascensore. Penso che il tutto si vedrà ancora per diversi mesi e non so quando la situazione tornerà normale. In Italia vedo la gente insofferente di stare a casa, ma è una precauzione necessaria. Non è una semplice influenza come hanno detto molti, sottovalutare la cosa è un gravissimo errore”.

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(Getty Images)

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