L’immenso genio Stephen Hawking rilasciò una intervista nel 2001 in cui parlava delle possibili cause di estinzione della razza umana. Quasi una profezia.
Il compianto Stephen Hawking è scomparso il 14 marzo 2018, dopo decenni di malattia neurodegenerativa che lo aveva costretto a ridursi su di una sedia a rotelle. Perdendo del tutto anche la facoltà di parola, oltre a quella di movimento.
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Tutti noi ricordiamo questa grandissima mente del ‘900, ed una delle più brillanti di sempre nella storia dell’umanità, in quella che era la sua triste condizione fisica. L’illustre professor Stephen Hawking è stato cosmologo, fisico, matematico, astrofisico e accademico, oltre che uno dei più noti divulgatori scientifici in circolazione. Tra i suoi studi più conosciuti spiccano quelli sui buchi neri, sulla cosmologia quantistica e sull’origine dell’Universo. Ma lui ha avuto modo di riflettere anche sull’eventuale esistenza di altre forme di vita, oltre che di intelligenza artificiale. Ed anche lui non ha mancato di fare alcune importanti riflessioni anche sull’eventuale diffusione e pericolosità di un qualche tipo di virus letale.
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Stephen Hawking predisse tutto: “Un virus letale la causa della nostra estinzione”
Per lui era più verosimile dovere fare i conti con una minaccia biologica derivante dal proliferare di possibili agenti patogeni, anziché quella nucleare. In una vecchia intervista risalente al 2001 e concessa al giornale britannico ‘The Telegraph’, Hawking affermò che “creare colonie umane nello spazio potrebbe essere la sola possibilità per salvare la nostra specie”. Si parlava della eventualità dell’estinzione dell’umanità, che l’azione incontrollata dell’uomo avrebbe potuto provocare con guerre, distruzione sistematica dell’ambiente ed anche la creazione – volontaria o meno – di corpi virali letali. Queste le sue parole quasi profetiche.
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Le sue parole in una intervista del 2001
“Sebbene l′11 settembre sia stato un evento orribile, non ha minacciato la sopravvivenza della razza umana, come fanno le armi nucleari. A lungo termine, sono più preoccupato per la biologia. Le armi nucleari hanno bisogno di grandi strutture, ma l’ingegneria genetica può essere fatta in un piccolo laboratorio. Non puoi controllare tutti i laboratori del mondo. Il pericolo è che, per caso, creiamo un virus che ci distrugga. Non credo che la razza umana sopravvivrà nei prossimi mille anni, a meno che non colonizziamo lo spazio. Ci sono troppi incidenti che possono accadere nella vita di un singolo pianeta. Ma io sono un ottimista. Raggiungeremo le stelle”.
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