Le distanze si allungano e il contatto fisico si dirada in piena pandemia da coronavirus. Il “bon ton” però non scompare ma si adegua alle nuove misure da rispettare
Al tempo del coronavirus cambiano anche i modi di salutarsi, gli atteggiamenti nei confronti degli altri, i contatti. Aumentano le distanze e si “infrangono” anche quelle regole che indicano il buon costume e la buona educazione. I saluti sono cambiati, le strette di mano, come gli abbracci, sono ricordi di un tempo che per ora dobbiamo mettere da parte.
Da qui sono partite gag e modi alternativi di salutarsi. Toccate di piedi e scambi di gomiti per esempio sono quelli che la fanno da padrone. Ma in tutto questo il galateo come muta? È necessario cambiare momentaneamente alcune norme del codice che stabilisce la norma convenzionale?
Ce lo spiega Katharina Von Bruchhausen, esperta in galateo. “In realtà non è cambiato tantissimo – puntualizza fin da subito – al primo posto c’è sempre la cortesia e l’atteggiamento rispettoso. Se prima era determinato da un saluto congruo alla situazione, al ruolo e al destinatario, ora la vera cortesia è mantenere una distanza adeguata e rispettare le regole e le limitazioni della vita sociale e professionale”.
Il galateo dunque si adatta a quelle che sono le esigenze ma anche le misure di prevenzione stabilite dal governo. Regola numero uno, dunque, anche nel buon comportamento, mantenere la distanza ed evitare il contatto fisico. “Mantenere la distanza di un metro, anche da parte di un parente non è un gesto scorbutico – ha spiegato l’esperta fondatrice di Kvb Galateo – ma una scelta gentile e rispettosa.”
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Come comportarsi dunque al tempo del coronavirus per essere in linea con il galateo? Cosa fare e cosa non fare per non tradire le regole del “bon ton” soprattutto nella vita professionale?
Quello che conta oggi, ha spiegato l’esperta, è molto la mimica facciale, con sorrisi ed occhi che parlano accompagnando poi le frasi di rito. Il linguaggio verbale resta essenziale nella vita professionale. Non si può essere scortesi. E siccome ancora non ci siamo molto abituati alle distanze può capitare che qualcuno porga la mano. Come comportarsi? Basta spiegare nel giusto modo che al momento è meglio evitare. “Mi piacerebbe stringerle la mano, ma per evitare un possibile contagio dobbiamo salutarci mantenendo la distanza fisica – suggerisce Katharina Von Bruchhausen – Ci rifaremo quando sarà tutto passato.”
Tra gli amici e negli ambienti meno formali è tutto ben diverso ma l’esperta puntualizza che i saluti che circolano di questi tempi non sono sempre idonei. Primo tra tutti quello con i gomiti. Innanzitutto sono poco eleganti e poi sono le parti del corpo nelle quali i medici consigliano di starnutire o dare i colpi di tosse. Meglio evitare. Più simpatico, invece, il saluto con i piedi che si toccano. Un gesto alternativo come l’inchino accennato.
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