Giulio Gallera, assessore al Welfare della Lombardia, ha annunciato l’intenzione di valutare misure più rigide nel caso in cui la curva dei casi di coronavirus non dovesse scendere.
Crescono ancora i numeri dell’epidemia da coronavirus in Lombardia, la regione più colpita dall’emergenza nel nostro Paese. In questo momento le persone positive, secondo il bilancio della Protezione Civile di ieri, i casi positivi in Lombardia sono saliti a 16.220 con 1.640 decessi, ovvero oltre il 50% del paese intero. In merito l’assessore al Welfare della Lombardia Giulio Gallera ha parlato nel corso di un’intervista rilasciata a 7 Gold annunciando anche la possibile valutazione di misure più severe nel caso la curva dei casi non dovesse scendere entro domenica.
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“Domenica o la curva scende o probabilmente bisognerà valutare l’assunzione di misure un po’ più rigide“. Queste le parole dell’assessore al Welfare della Lombardia Giulio Gallera durante un’intervista a 7 Gold in cui ha parlato dell’aumento dei contagi nella regione. Oggi la Lombardia è la regione più colpita dall’emergenza con oltre la metà dei casi totali in Italia concentrati nel suo territorio. Si parla di 16.220 contagi totali, 1.640 decessi e 7.832 soggetti attualmente ospedalizzati, di cui 879 in terapia intensiva.
Gallera ha proseguito spiegando: “Io spero che i sacrifici di molti e l’atteggiamento consapevole dei lombardi possa essere sufficiente. I maggiori provider telefonici ci hanno dato quello che danno di solito sui grandi eventi, e cioè gli spostamenti delle persone. Da lì – continua l’assessore al Welfare– è emerso che il 40% ancora si muove. Sicuramente una fetta lo fa per lavoro ma probabilmente molti altri lo fanno perché forse non c’è stata la massima comprensione di ciò che stiamo vivendo“.
Gallera ha poi concluso l’intervista a 7 Gold lanciando un appello alla popolazione della Lombardia per cercare di fermare al più presto il contagio e l’epidemia che ha messo in ginocchio la regione e l’Italia intera. “È veramente un appello forte –afferma Gallera– la situazione è molto complicata, i nostri ospedali dopo un mese sono ormai allo stremo, ringraziamo infermieri e medici che definire eroi è poco. Stiamo provando a montare ospedali da campo, abbiamo aiuti dal mondo. Stiamo cercando di resistere in tutti i modi ma questo sforzo titanico ha un senso se tutti fanno la loro parte: o la gente capisce che deve stare in casa altrimenti la curva non riusciamo farla scendere e dovremo prendere misure ancora più forti“.
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