Coronavirus, gli over 65 sono i soggetti più a rischio

Coronavirus, gli over 65 sono i soggetti più a rischio. Dopo la malattia non uscire per almeno 14 giorni. Il parere dell’esperto Alberto Zucchi

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controlli (Getty Images)

Aumenta, sebbene più lentamente, il numero di contagi del Coronavirus. Allo stesso tempo si aggiungono ipotesi riguardo l’andamento della malattia, sui casi più a rischio. Negli ultimi giorni gli esperti hanno evidenziato che tra i deceduti sembra crescere il numero delle persone tra i 50 e i 60 anni, così come sembra essersi abbassata anche la media dell’età delle persone positive al coronavirus. “I casi di persone giovani o relativamente giovani colpite dal virus ci sono, ma resta costante quanto dal punto di vista epidemiologico e clinico è apparso evidente da subito – afferma Alberto Zucchi, responsabile del Servizio epidemiologico dell’Agenzia per la tutela della salute di Bergamo – cioè che il virus sembra avere maggiore incidenza tra la popolazione molto anziana e soprattutto fra quella fascia di popolazione che oltre all’età avanzata ha anche altre patologie croniche in corso o altri fattori di rischio evidenti“.

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Coronavirus, ipotesi sulla malattia

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Coronavirus Italia (Getty Images)

Attualmente niente è certo quando si parla del Covid-19, poiché le ipotesi sono tante e i ricercatori e scienziati stanno studiando affinché vena trovata una soluzione per sconfiggere definitivamente il nemico. “Non è dato sapere per quanto tempo, per questo non si dovrebbe uscire a malattia superata prudenzialmente per due settimane” spiega Zucchi. “Di certo chiunque ha contratto il virus, come per tutti i virus, ha un periodo di immunità, ma non sappiamo quanto sia lungo, il virus non è conosciuto ora – continua – Sapere quante sono in totale le persone positive al virus sarebbe importante per la statistica epidemiologica: per arrivare a questi dati, però, andrebbero perlomeno testate tutte le persone che sono in quarantena o che lo sono state di recente. Questo dato agirebbe in modo determinante sulla letalità“.

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