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Coronavirus Italia, parlano le nuove leve: siamo pronti!

Coronavirus (Getty Images)

I medici neolaureati, parlano le nuove leve pronte a sostenere l’emergenza al fianco dei colleghi negli ospedali grazie al decreto del governo

In tempo di emergenza servono braccia e menti. Il personale sanitario ha bisogno di aiuto ed ecco che il governo ha dato via libera ai neolaureati in medicina. Salta l’abilitazione successiva, sarà la laurea a dare l’abilitazione ai medici. In questo modo i neolaureati sono pronti a lanciarsi in soccorso dei colleghi impegnati nell’emergenza Covbid-19:  “Io sarei pronto ad andare anche in ospedale. Pronto a combattere al fianco dei medici con più esperienza che in questi giorni si sentono come al fronte. Ma intanto il mio contributo lo darò rimpiazzando un medico di base che potrà essere utilizzato in altri ruoli contro il coronavirus”. Sono le parole di Maria Garbato, 26 anni, a Repubblica. “Si accelera il nostro ingresso nel mondo del lavoro – afferma Andrea Uriel de Siena, laureatosi ad ottobre scorso e sin qui impegnato nel tirocinio e nell’attesa dell’abilitazione – per un evento traumatico. Da subito siamo professionisti dai quali si attendono risposte certe. C’è una carica emotiva fortissima, siamo caricati di responsabilità immense in un momento storico unico. Mettiamo al servizio del pubblico le nostre competenze”. Non avverrà domani. Occorre attendere ancora qualche giorno perché il decreto diventi operativo.

Parlano le nuove leve: attendiamo l’iscrizione all’ordine

“Bisogna almeno attendere l’iscrizione all’Ordine dei Medici” aggiunge Uriel de Siena. “Ma il decreto che “promuove” medici senza l’abilitazione ha dimenticato di stanziare i soldi per le borse indispensabili per conseguire le specializzazioni”, e monta, tra i giovani medici, anche la protesta. “Hanno concesso il contentino più conveniente per loro, abilitando tanti e mandandoli a fronteggiare questa nuova bestia – dice Luca Cerrito – Ma essere abilitati non vuol dire essere pronti”. Ora l’abilitazione la si ottiene direttamente con la laurea e con i tre mesi di tirocini fatti nel corso dell’ultimo anno di studi. O fatti subito dopo la laurea. Perché i tirocini restano. Ad essere stato cancellato è l’esame di Stato.

(Getty Images)

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