Italia al primo posto per l’economia circolare e nella lotta contro l’uso e getta, secondo il ‘Rapporto nazionale sull’economia circolare in Italia‘ 2020
L’Italia si conferma in testa per quanto riguarda l’economia circolare e contro l’usa e getta. Negli scorsi mesi però ha perso punti e calano le persone occupate, mentre Francia e Polonia sono in crescita. Questo è il quadro che emerge dal 2/o ‘Rapporto nazionale sull’economia circolare in Italia‘ 2020, effettuato dal CEN-Circular Economy Network, rete promossa dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile e da varie altre aziende e associazioni di impresa, e da Enea.
Tutto questo è stato reso noto dal presidente CEN, Edo Ronchi, e dal direttore del Dipartimento sostenibilità dei sistemi produttivi e territoriali Enea, Roberto Morabito, nel corso di una presentazione avvenuta in streaming. All’interno di essa è trapelato che ogni persona nel Mondo usa oltre 11.000 chili di materiali all’anno. Di essi un terzo diventa dopo poco un rifiuto e termina solitamente in discarica. Dopo un anno soltanto un altro terzo viene ancora utilizzato. Il consumo di materiali aumenta al doppio del ritmo rispetto quello delle persone sulla Terra.
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Ambiente, indice di circolarità: Italia prima ma “sta perdendo posizioni”
Per riuscire ad uscire uscire dalla cosiddetta economia estrattivista “responsabile di buona parte della crisi climatica e ambientale, a cominciare dall’invasione dell’usa e getta” è necessaria l’economia circolare. Stiamo parlando della possibilità di usare materiali e anche oggetti che sono in gradi di essere riciclati ed utilizzati così diverse altre volte. Stando al Rapporto, l’Italia è prima tra le cinque principali economie europee, nella classifica per indice di circolarità.
Il valore viene assegnato in base al grado di utilizzo efficiente delle risorse diviso per cinque categorie: produzione, consumo, gestione rifiuti, mercato delle materie prime seconde, investimenti e occupazione. Alle spalle del nostro Paese, ma a distanza, ci sono Germania e Francia, con 11 e 12 punti in meno. “Ma stiamo perdendo posizioni“, secondo il Rapporto. Sono infatti in rapida crescita Francia e Polonia, rispettivamente con più 7 e più 2 punti di tasso di circolarità nell’ultimo anno. Per quanto riguarda il lavoro, siamo dietro solo alla Germania, con 517.000 occupati contro 659.000. In percentuale i soggetti che in Italia lavorano nei settori ‘circolari‘ sono il 2,06% del totale, valore più alto rispetto media dell’Unione Europea a 28 che è dell’1,7%.
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