Il Decreto Cura Italia è in vigore da due giorni e le polemiche sui bonus sono già molte. Gli strumenti sono variegati: dal contributo per chi si avvarrà di baby-sitter, ai congedi parentali straordinari pagati al 50%, al credito d’imposta per le attività che sopportano il costo di un affitto dei locali, al premio per chi lavora in sede.
In questo momento sono ancora necessari molti chiarimenti.
Sono invece certamente già aumentati i congedi da 3 a 12 giorni dei «permessi 104» per il mese di marzo e per quello di aprile.
Invece i congedi parentali previsti che permettono ai lavoratori subordinati che hanno figli fino ai12 anni decorrono retroattivamente dal 5 marzo. Il periodo massimo utilizzabile è di 15 giorni, retribuiti comunque al 50%.
Il vero nodo: il bonus per i professionisti
I titolari di partita Iva dal 23 febbraio 2020, i collaboratori e i pensionati o non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie, avranno diritto a un’indennità una tantum (solo per marzo) di 600 euro. Anche in merito a questa si attende Inps.
Invece i professionisti iscritti alle Casse di previdenza, avranno diritto soltanto all’eloquente “reddito di ultima istanza”. Saranno stanziati 300 milioni e si attendono a riguardo le regole del ministero del Lavoro e dell’Economia nei prossimi 30 giorni.
Anche gli stagionali e gli agricoli hanno diritto all’indennità di 600 euro con specificazioni e limiti.
Infine, un extrabonus di 100 euro per chi lavora in sede e ha un reddito fino a 40mila euro e una misura di sostegno per artigiani e commercianti: i titolari di attività che pagano un affitto commerciale potranno avvalersi di un credito d’imposta del 60%, che sarà spendibile in compensazione.