Cina e Giappone starebbero sperimentando un farmaco per la lotta contro il Covid-19: si tratta dell’Avigan o meglio noto come Favipiravir. In ordine al medicinale, però, vi sono molti dubbi.
Sulla lotta al Covid-19 proseguono incessanti le sperimentazioni e le ricerche. L’ultima riguarderebbe un farmaco che Cina e Giappone stanno testando su soggetti risultati positivi. Il direttore del Centro nazionale cinese per lo sviluppo della biotecnologia, avrebbe dichiarato trattarsi dell’Avigan, meglio noto come Favipiravir. Il medicinale starebbe dando positivi riscontri. Dichiarazioni che però non convincono molti esperti.
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Una buona notizia quella che giunge dall’Asia in merito alla somministrazione di un farmaco dagli effetti eccezionali nella lotta al Covid-19. Stando a quanto riporta la redazione de Il Riformista, Cina e Giappone stanno testando sui soggetti positivi l’Avigan, meglio noto come Favipiravir. Un medicinale che avrebbe in soli 4 giorni annientato nei pazienti con esso trattato il virus e ne avrebbe migliorato anche le condizioni polmonari nel 91% dei casi.
Sembrerebbe una notizia da leggere tutta in positivo, eppure non le cose non starebbero esattamente così. Ad occuparsi del farmaco e della sua efficacia nella lotta al Covid-19 numerose testate internazionali alle quali però l’azienda che produce il “miracoloso” medicinale non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione. In primo luogo, stando a quanto riporta la redazione de Il Riformista, in Giappone l’Avigan viene utilizzato solo su pazienti con sintomi lievi perché in soggetti più gravi il farmaco non avrebbe effetto.
A ciò si aggiunge, come già anticipato, il parere scettico di Pio D’Emilia di Sky Tg24. Il noto corrispondente per l’Asia avrebbe dichiarato: “So che molti si aspettano una mia ‘opinione’ sul video postato a proposito del farmaco Avigan. Abbiate pazienza, sto cercando di documentarmi per rispondere in modo serio e dettagliato. Ma sappiate – riporta Il Riformista– che comunque il farmaco esiste da molti anni, era stato ritirato dal commercio per i suoi pesanti effetti collaterali (danni alle puerpere, malformazioni al feto) e che in effetti è attualmente in sperimentazione in un paio di ospedali in Giappone“. Pio D’Emilia ha poi proseguito affermando: “Sembra anche che il governo ne abbia requisito le scorte (circa 2 milioni di dosi). Tutto qui. Da qui a dire che ‘è risultato efficace per il 90% dei casi’ ce ne passa. Anche perché in Giappone non è in vendita, non è prescrivibile e soprattutto non è certo il motivo per cui il Giappone e i giapponesi sembrano essere immuni dal virus”.
Il corrispondente Sky, in merito all’Avigan, avrebbe poi concluso dicendo: “In ogni caso, ritengo assolutamente irresponsabile e scorretto alimentare false o inesatte aspettative sulla gente, soprattutto in un momento come questo, quando sofferenza, dolore, incertezza, paura rendono tutti più sensibili e soggetti a credere a qualsiasi cosa. Sui farmaci –riporta Il Riformista- e sulla loro efficacia, bisogna affidarsi a fonti serie, scientifiche e soprattutto ai medici“.
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