L’allenatore 38enne ha raccontato la sua battaglia contro il Covid-19. Dopo la terapia intensiva il miglioramento grazie al farmaco sperimentale Tocilizumab
“Io atleta 38enne, in terapia intensiva, sto uscendo dal calvario grazie al Tocilizumab: non capisco chi si lamenta perché sta a casa”. È questa forse la frase più forte ed emblematica detta da Fausto Russo al CorriereTv.
Un’intervista rilasciata dall’atleta affetto da Covid-19 e ricoverato all’ospedale di Latina. Il 38enne ha raccontato la sua dura battaglia contro il coronavirus. Un nemico terribile da sconfiggere che lo ha portato in terapia intensiva. Un calvario passato attraverso un casco pressurizzato, il catetere, senza la possibilità di muoversi.
Poi all’ospedale Santa Maria Goretti di Latina è arrivato quasi il “miracolo”. È qui che Russo ha aderito alla sperimentazione del farmaco iniziata a Napoli. A proporgliela una dottoressa che gli ha chiesto di aderire alle cure utilizzando il farmaco contro per l’artrite reumatoide che, a Napoli presso gli ospedali Pascale e Cotugno, ha avuto già buoni effetti.
Fausto ha accettato e ha firmato e per lui è iniziata la somministrazione del Tocilizumab, in via di sperimentazione Aifa. Dopo solo due giorni la situazione dell’atleta 38enne è completamente cambiata.
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“Nel giro di quarantott’ore sono migliorato di circa il 60 – 70%. Posso solo ringraziare il dottore Ascierto per aver portato a conoscenza di tutti gli altri centri in Italia di questo farmaco e per aver guidato la sperimentazione perché si tratta di salvare vite umane, ringrazio anche tutto lo staff dell’Ospedale Santa Maria Goretti di Latina”. Con queste parole Fausto Russo ringrazia i medici per averlo aiutato nella dura battaglia contro il Covid-19.
“Io l’ho visto: di questo virus purtroppo si muore – ha raccontato – Oggi ho ancora la mascherina vicino ma sto bene e so che non devo sforzarmi, il tampone ho detto che sono ancora positivo ma forse tra 3/4 giorni cambierà tutto e potranno dimettermi”.
Fausto non si sa spiegare come abbia potuto contrare il virus: “Non sono stato a contatto con persone provenienti dal Nord Italia o dalle zone rosse, però forse facendo l’allenatore, incontrando tante persone, devo averlo preso senza accorgermene”.
Febbre molto forte e che non passava, poi delle complicazioni respiratorie e il ricovero in ospedale. È così che Fausto descrive l’inizio del calvario. Dopo il tampone, “sono risultato positivo e da quel giorno è cominciato il calvario. Solo il fatto di poterlo raccontare e di poterne parlare per me è tanto” ha ammesso.
Fausto ora sta meglio e vuole mandare un messaggio chiaro e semplice a chi ha difficoltà a stare a casa: “E’ l’unico modo che abbiamo per fermare tutto questo, per fermare il contagio. Se mi avessero detto che sarei dovuto rimanere a casa per 15 giorni l’avrei fatto volentieri – il suo monito conclusivo – anche perché riesco a stare così poco con mia moglie e i miei bambini che mi mancano tanto e spero di riabbracciare tra qualche giorno”.
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