Il Presidente di Confindustria Vincenzo Boccia ha parlato in merito all’emergenza, anche economica, causata dall’epidemia di Covid-19 diffusosi in Italia.
La crisi che ha investito l’Italia a causa dell’epidemia di coronavirus sta di giorno in giorno facendo sentire i suoi effetti. Da oggi sono in vigore le nuove misure disposte dal Governo, il quale ha stabilito la chiusura di tutte le attività produttive non ritenute essenziali per cercare di fermare il contagio. Una misura severa, ma che si è resa necessaria considerati i numeri che ha raggiunto l’epidemia nel nostro Paese. Il Presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, intervistato questa mattina durante la trasmissione Circo Massimo, in onda su Radio Capital si è espresso proprio in ordine alle nuove misure attuate per fronteggiare il Covid-19.
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“Così perderemo 100 miliardi al mese“, questa la considerazione fatta dal Presidente di Confindustria Vincenzo Boccia in merito alla crisi che sta vivendo l’Italia a causa dell’epidemia di coronavirus che ha costretto il Governo a disporre nuove misure di contenimento. Boccia, intervenuto ai microfoni di Circo Massimo, la trasmissione in onda su Radio Capital, ha spiegato: “Il primo obiettivo è quello di garantire le filiere essenziali, che garantisce l’arrivo dei beni ai supermercati e nelle farmacie. A volte sono trasversali per esempio abbiamo aziende del settore auto che sono escluse da queste filiere, però, producono valvole per i respiratori. Queste vanno salvaguardate. Non chiediamo flessibilità per aprire altri settori. Tenendo presente che con questo decreto siamo entrati in un’economia di guerra perché il 70% del tessuto produttivo chiuderà, che sono chiusi per motivi evidenti. Le due domande da porsi sono come garantire che i prodotti arrivino in supermercati e farmacie, ed in secondo luogo come dobbiamo far riaprire e riassorbire i lavoratori“.
“Ci sono poi quelle aziende-ha proseguito il Presidente di Confindustria- che si stanno riconvertendo da altri settori per produrre mascherine e vanno salvaguardate. Se il Pil è di 1800 miliardi all’anno vuole dire che produciamo 150 mld al mese, se chiudiamo il 70% delle attività vuol dire che perdiamo 100 miliardi ogni trenta giorni, cioè il 5% del Pil. L’economia non deve prevalere sulla salute, ma dobbiamo preoccuparci di come uscire da questa criticità ed evitare che tantissime aziende per crisi di liquidità non riaprano“. Boccia ha poi aggiunto: “Qualsiasi azienda che arriva a fatturato zero, come immaginiamo che possa sopravvivere e dalla preoccupazione dobbiamo arrivare alle soluzioni, la preoccupazione non basta. Dobbiamo far si che i lavoratori escano da questa fase di transizione. Abbiamo proposto al Governo di allargare il fondo di garanzia per dare liquidità di breve alle imprese per uscire da questa fase, ne usciremo con più debito ma dovrà essere pagato a 30 anni come se fosse un debito di guerra, perché così è. Poi vedremo quanto dura, il tempo è determinante. Se sono 15 giorni è un conto, se sono mesi un altro, ma in tutti i casi dobbiamo intervenire in modo che quel giorno le imprese riaprano“.
Il presidente di Confindustria rispondendo alla domanda su quante saranno le persone che rimarranno a casa in più con il nuovo decreto ha spiegato: “Penso moltissime, se consideriamo che rimarranno aperte solo il 20%/30% delle attività ritenute essenziali. Questa sarà un’operazione massiva che costerà in maniera rilevante allo Stato e a tutti noi. Dobbiamo uscire da questa crisi vincendo la battaglia contro il virus e salvaguardando l’economia“.
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