Il virologo Andrea Crisanti ha attaccato la “classe dirigente del Paese” e soprattutto quella della Lombardia parlando del numero dei contagiati da Covid-19
Non usa giri di parole Andrea Crisanti, Direttore dell’Unità complessa diagnostica di Microbiologia a Padova e docente di Virologia all’Imperial College di Londra. L’esperto punta il dito contro “la classe dirigente del Paese” e in particolar modo a coloro che governano la Lombardia. Nel corso di un’intervista ai microfoni del ‘Corriere della Sera‘, il virologo afferma che in Lombardia si sarebbe dovuto cominciare “20 giorni fa” per quanto riguarda la ricerca degli “asintomatici” sommersi “testando le categorie più esposte, per cerchi concentrici“.
Così invece non sarebbe stato ed anzi “non c’è stata alcuna sorveglianza epidemiologica. Vedo persone che muoiono a grappoli. Questo è un fallimento della classe dirigente del Paese. Troppi morti“. Secondo il docente, sarebbe bastato “mettere tutte le risorse possibili sui focolai iniziali, come hanno fatto in Giappone, Corea e Taiwan. E invece da noi fino a pochi giorni fa c’erano industrie attive con migliaia di dipendenti, penso soprattutto a Bergamo, per produrre beni peraltro non necessari. Abbiamo voluto difendere il Paese dei balocchi e l’economia anche di fronte alla morte“.
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Crisanti ha messo a punto insieme con il governatore del Veneto, Luca Zaia, la strategia per fronteggiare il Covid-19. In essa l’uomo ha sempre sostenuto la decisione di effettuare tamponi anche agli asintomatici, cominciando da chi è a più alto rischio di contagio. “La verità è che l’unico dato certo riguarda i decessi. Ed è da lì che bisogna partire per sapere quanti sono realmente i contagiati. Si scopre così che i numeri corretti sono purtroppo molto più alti di quelli che vengono diffusi e riguardano semplicemente i casi emersi e quindi hanno poco senso“.
Il direttore conclude. “Non riesco a spiegarmi come sia stato possibile sottovalutare le dimensioni dell’emergenza, quando erano sotto gli occhi di tutti: in Lombardia i malati saranno almeno 250mila, 150mila sintomatici e 100 mila asintomatici, in Italia ne calcolo 450mila… altro che 60mila“.
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