Il governatore del Veneto non abbassa la guardia e annuncia di avere già pronta una strategia per contrastare il possibile ritorno del Covid-19 che definisce “virus intelligente”
“C’è un altro pericolo, sul quale la comunità scientifica deve darci risposte, l‘eventuale ritorno dell’infezione: già abbiamo avuto un paio di casi”. È così che il governatore del Veneto, Luca Zaia, tuona a ‘L’Aria che tira’. Non si vuole sedere sugli allori Zaia in merito all’emergenza Covid-19.
Pensa già ad un nuovo e possibile scenario non positivo il presidente della Regione Veneto ricordando che non è detto che il peggio sulla pandemia da coronavirus sia passato. “Non vorrei che qualcuno cantasse vittoria, questo virus è più intelligente di chi lo ha preceduto – ha continuato – stiamo già pensando al piano B“.
Si prepara dunque in Veneto un piano di “scorta” che permetterebbe di affrontare una nuova fase della crisi, qualora ci fosse. Ma cosa? E come? Questo Zaia non lo ha specificato ma ha ammesso la necessità di fare più ricerca e capire realmente chi e quanti siano i contagiati.
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“Abbiamo fatto oltre 70mila tamponi” in Veneto, ha spiegato il governatore specificando come, in Italia e nella sua regione ci siano dei “fattori limitanti, si fatica a trovare tamponi“. Nonostante questo la battaglia del Veneto contro il Covid-19 non si ferma. E annuncia che la Regione ha iniziato a “produrre tutto in casa e continueremo“.
“Abbiamo chiesto 200 ventilatori e ad oggi ne sono arrivati 49” ha evidenziato il governatore. Nonostante questo ha ricordato anche come il Veneto “ha investito tanto sulla terapia sub intensiva per portare, come ultima spiaggia, il paziente alla ventilazione forzata. Ciò si è rivelato strategico”. E ancora il presidente del Veneto ha spiegato che i letti di terapia intensiva sono stati aumentati da “200 a 1600”.
Tutto questo però sembra non bastare. “Siamo in una guerra, ma la nostra strategia basata su un largo uso dei tamponi rallenterà la velocità del contagio. E ci consentirà di uscirne prima possibile” ha assicurato Zaia che in questi giorni ha ammesso che la sfida contro il coronavirus gli ha “cambiato la vita”.
Ce la sta mettendo tutta tanto che quello che sta attuando nel territorio che amministra lo ha definito addirittura modello Veneto. “Ogni regione – ha concluso Zaia – è una storia a sé, ogni sanità, è una storia a sé. Quindi non è detto che il modello che funziona da me altrove possa funzionare”.
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