L’odissea senza fine di un ammalato napoletano: aspetta da circa 10 giorni l’esito del tampone con la febbre a 39 e la tosse
Odissea senza fine di un ammalato napoletano: aspetta da circa 10 giorni l’esito del tampone con la febbre a 39 e la tosse. La testimonianza conferma quante difficoltà ci siano nel reperire gli esiti dei tamponi e quante difficoltà. “Gli operatori del 118 mi hanno fatto il tampone per il Coronavirus martedì 17 marzo a casa mia, in viale dei Pianeti a Secondigliano, e mi hanno detto che avrei avuto i risultati entro un paio di giorni. Ne sono passati quasi dieci e non so ancora niente. Intanto, ho avuto la febbre a 39 gradi e la tosse. E sabato una crisi respiratoria con il livello di saturazione dell’ossigeno che è sceso a 88. Ho chiamato ripetutamente il medico di base e il 118 senza avere i risultati. Ma è possibile che nessuno mi dica ancora qual è l’esito del mio tampone? Sono in isolamento solo a casa e non posso sapere se ho il Coronavirus e rischio di infettare i miei cari. Non so più che fare”. A parlare è Giuseppe Canfora, 42 anni, project manager di Leonardo-Finmeccanica, con patologie pregresse, che da quasi 10 giorni è a casa in auto-isolamento con possibili sintomi da Coronavirus, senza avere notizie sul suo tampone.
Come ha vissuto questi giorni di attesa?
“È stato terribile. Io sono project manager e per lavoro incontro decine di persone al giorno. Ho cominciato ad avere i primi sintomi lunedì della scorsa settimana. Quello stesso giorno avevo incontrato tantissime persone e poi ho saputo che anche altri colleghi hanno sintomi simili. Ma solo ad un paio di noi, benché richiesto da molti, sono stati fatti i tamponi”.
Lei cosa ha fatto dopo i sintomi?
“Ho chiamato subito il 118. E la mattina dopo è arrivata l’ambulanza per farmi il tampone a domicilio. È venuto un operatore dell’Asl con la tuta e tutti i dispositivi protettivi. Poi mi hanno detto che i risultati sarebbero arrivati nel giro di un paio di giorni. Ma non è stato così. Nel frattempo, mi è salita la febbre a 38-39 gradi centigradi, tutti i giorni. Non sapendo che cosa ho, stop prendendo solo la tachipirina, perché ho sentito che è sconsigliato prendere altri farmaci per il Coronavirus. Ma magari ho qualche altra malattia, che non sto curando a dovere, perché non conosco l’esito del tampone. Non solo. Io ho una patologia pregressa che curo con cortisolo, che adesso ho sospeso per precauzione”.
Poi che è successo?
Quando ho visto che i risultati del tampone non arrivavano ho chiamato il medico curante e il 118 ripetutamente, ma senza avere risposta. Quindi ho contattato il Cotugno e dopo mille peripezie, lunedì, a distanza di quasi una settimana, mi hanno detto che il mio tampone non era lì, ma all’ospedale San Paolo di Fuorigrotta. Allora ho chiamato al centralino del San Paolo e anche qui dopo un giro di telefonate sono riuscito a sapere che effettivamente il mio tampone è lì, ma che al momento non l’hanno ancora analizzato perché hanno troppi tamponi arretrati. Bene, io faccio un lavoro gestionale, vorrei capire come si fanno a dare dati pubblici sull’andamento del Coronavirus in Campania, se i tamponi sono in ritardo addirittura di giorni, come nel mio caso. In questo periodo io avrei potuto incontrare chiunque. Anche la mia azienda vuole conoscere l’esito del tampone per sapere come comportarsi. In tutti questi giorni io non sono stato né censito né chiamato per avere indicazioni su come comportarmi. Solo stamattina ho ricevuto una telefonata dall’Asl che voleva”.
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