Secondo un team di ricercatori del dell’Uci e del Jet Propulsion Laboratory della Nasa, il ghiacciaio di Denman, il più profondo della Terra, si sta sciogliendo si sta sciogliendo rapidamente.
Il surriscaldamento globale continua a causare danni alla terra. L’innalzamento delle temperature sta sciogliendo rapidamente il ghiacciaio Denman, il canyon più profondo del Pianeta. A far emergere tale drammatica circostanza sono stati alcuni ricercatori del dell’Uci e del Jet Propulsion Laboratory della Nasa. Secondo i ricercatori sarebbe stato il riscaldamento delle acque a far sciogliere il ghiacciaio di circa 3.500 metri di profondità che una volta scioltosi completamente potrebbe portare ad un innalzamento del livello del mare di ben 1,5 metri.
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Il ghiacciaio Denman, considerato il canyon più profondo del Pianeta, si sta ritirando sempre di più: 5 chilometri in 22 anni. A causare questo fenomeno sarebbe stato il surriscaldamento globale che sta erodendo la piattaforma ghiacciata. Come riporta la redazione di Repubblica, a scoprirlo è stato un team di ricercatori dell’Uci e del Jet Propulsion Laboratory della Nasa. Secondo lo studio se la piattaforma, di 3,5 chilometri, di profondità dovesse sciogliersi i livelli dei mari potrebbero alzarsi di almeno un metro e mezzo. Lo scioglimento è legato non solo al surriscaldamento globale, ma anche ad altri fattori che rendono impossibile una stima su quando possa realmente verificarsi l’intero dissolvimento della piattaforma. Sui tempi il quadro non è chiaro. “Ci sono molti fattori che entrano in gioco, ad esempio la ristrettezza del canale lungo il quale Denman si sta ritirando può rallentare il fenomeno“, ha spiegato alla Bbc la dott.ssa Virginia Brancato, del Jet Propulsion Laboratory della Nasa.
I dettagli dello studio sul canyon, monitorato, come riporta Repubblica, attraverso il sistema satellitare COSMO-SkyMed dell’Agenzia Spaziale Italiana e il suo interferometro radar, sono stati pubblicati su Geophysical Research Letters. In questa analisi si evince che il ghiacciao si è ritirato di 5 chilometri in 22 anni dal 1996 al 2018 ed ha perso ben 268 miliardi di tonnellate di ghiaccio tra il 1979 e il 2017. Gli esperti hanno spiegato che la depressione del ghiacciaio è concentrata maggiormente sul lato occidentale. La ragione potrebbe essere legata alla presenza di una cresta subglaciale sotto il fianco orientale che sta proteggendo quell’area della piattaforma. Al contrario il lato occidentale presenta una profonda depressione che starebbe accelerando l’erosione da parte dell’acqua oceanica.
Gli esperti stanno anche tenendo sotto osservazione anche un altro enorme ghiacciaio: il Totten Glacier, a sud del Denman che si starebbe assottigliano di mezzo metro ogni anno. Il professor Eric Rignot, ricercatore della Nasa e dell’UCI, ha spiegato ai microfoni della Bbc che Denman sia probabilmente il più vulnerabile dei ghiacciai dell’Antartide: “Penso che in termini di geometria, Denman sia il più a rischio perché ha questa profonda depressione“. Nel monitoraggio, però, come riporta Repubblica, gli studiosi stanno riscontrando alcune difficoltà legate al monitoraggio delle correnti marine che potrebbero mettere a rischio le profondità dei ghiacciai dell’area orientale dell’Antartide.
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