Di quanto si riduce lo stipendio con la cassa integrazione d’emergenza appena introdotta con il decreto c.d. “cura Italia”? L’ammortizzatore è stato esteso anche a realtà -quelle più piccole- che non sono solitamente desinatarie di questo strumento.
La cassa integrazione può essere ordinaria o straordinaria e in deroga e prevede fin da subito una riduzione dello stipendio. Infatti, è prevista un’indennità pari all’80% della retribuzione.
In base ai conteggi effettuati dal sindacato UIL, si avrà, dunque, una perdita di circa 376 euro netti. Money.it ha pubblicato l’analisi che il sindacato ha fatto partendo dal reddito annuo lordo medio di un lavoratore dipendente pari a 21.714 euro e dal reddito annuo lordo di un lavoratore con partita Iva pari a 22.210 euro.
In base allo studio della UIL, lo stipendio con applicazione della cassa integrazione è di poco superiore ai 940 euro netti, se si parte da uno stipendio medio mensile di 1.316 euro netti.
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Meglio cassa integrazione d’emergenza o congedo parentale?
Il Decreto Cura Italia ha anche introdotto un congedo parentale straordinario che può essere fruito per 15 giorni (anche non continuativi) da uno o entrambi i genitori alternativamente con figli fino a 12 anni e che è retribuito per la metà dello stipendio.
Invece i genitori che hanno figli tra i 12 e i 16 anni non hanno diritto ad alcuna retribuzione.
La Uil, come spiega Money.it, ha calcolato che la “perdita” dovuta alla fruizione del congedo parentale è pari a 412 euro. Lo stipendio netto finale ammonterà quindi a 904 euro.
E’ giusto precisare che anche il bonus presenza per chi appunto lavora in sede deve essere tenuto in considerazione nel calcolo: si tratta di 38 euro mensili da aggiungere (sui 100 euro di bonus totale) che fa aumentare il totale a 942 euro (con una perdita di 374 euro).
Per tutti questi motivi, raffrontando le due opzioni (cassa integrazione d’emergenza e congedo parentale straordinario), la fruizione della cassa integrazione appare più conveniente.