Un tifoso dell’Atalanta, contagiato dal Covid-19 probabilmente dopo aver assistito alla sfida tra la sua squadra del cuore ed il Valencia, ha rilasciato un’intervista via Skype alla redazione di Fanpage.
Il 19 febbraio è stata una data da ricordare per i tifosi dell’Atalanta. La squadra bergamasca, per la prima volta agli ottavi di finale di Champions League, ha affrontato e battuto per 4-1 il Valencia ipotecando il passaggio del turno, poi conquistato il 10 marzo in terra spagnola vincendo 4-3. Quel 19 febbraio, però, secondo molti, anche alcuni esperti, è stato uno dei momenti che potrebbe aver influito sul contagio da coronavirus per la città di Bergamo, ad oggi la provincia più colpita in Italia. I festeggiamenti, gli abbracci tra i tifosi ed i cortei in città potrebbero essere stati un veicolo di contagio. In merito ha parlato alla redazione di Fanpage, Matteo, un tifoso fedelissimo della Dea colpito anch’egli dal Covid-19.
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Covid-19, il tifoso contagiato dopo Atalanta-Valencia: “Qui la situazione è terribile, ogni che apro i social c’è solo da fare condoglianze”
Matteo, un tifoso dell’Atalanta 56enne, ha raccontato il dramma vissuto dopo essere stato colpito dal coronavirus ai microfoni della redazione di Fanpage via Skype. L’uomo si trovava sugli spalti di San Siro durante la sfida di Champions League tra i nerazzurri ed il Valencia del 19 febbraio, quella che è stata indicata da molti come la partita del contagio. “Sono tanti -racconta Mattero- i tifosi e i collaboratori dell’Atalanta che se ne sono andati per il Covid-19“. Parlando dell’inizio del proprio calvario il 56enne spiega di aver avvertito i primi sintomi rientrato a casa dopo la gara: “Inizialmente – riporta Fanpage– ho avuto dei brividi di freddo ma pensavo fosse solo un po’ di stanchezza, poi la mattina dopo stavo ancora male ma sono andato a lavoro. La mattina dopo, però, avevo 39 e mezzo di febbre e mi sono preoccupato“. Le condizioni di Matteo, che in un primo momento era tranquillo in merito alla possibilità di aver contratto il virus, peggiorano di giorno in giorno e decide di recarsi in ospedale. L’uomo, riporta Fanpage, viene trasferito nel reparto di Pneumologia del Papa Giovanni XXIII di Bergamo, oggi cuore dell’emergenza. Migliorate le condizioni, Matteo arriva al reparto di Malattie Infettive dove condivide la stanza con una tifosa del Milan di 76 anni sino al 10 marzo, proprio nel giorno di Valencia-Atalanta, il ritorno degli ottavi che spedisce la Dea tra le 8 squadre migliori, quando viene dimesso in attesa del secondo tampone per certificare la completa guarigione dal virus. “Qui la situazione è terribile. Ogni volta – riporta Fanpage– che apro i social c’è solo da fare condoglianze. Probabilmente avevo contratto il Covid-19 prima della partita, ma quest’ultima è stata come un grande detonatore per tanta gente.
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Il tifoso ha concluso affermando: “A me è andata bene, ma per molti altri bergamaschi, tra cui tanti tifosi, non è stato lo stesso“.