Si pensa alle riaperture e Brusaferro lancia l’idea dello stop and go. Riaprire e chiudere per studiare gli effetti sui contagi
La curva dei contagi è stabile da diversi giorni. C’è stata una sequenza di cali per poi risalire ma sostanzialmente non dovrebbe essere lontano il momento dell’inizio della discesa. Se ne parla da giorni e così è naturale guardare avanti e pensare anche alle riaperture. “Quanto tempo dovremo restare a casa? Arriviamo fino a Pasqua e poi guardiamo i dati per stabilire come procedere. Va vista l’evoluzione dell’epidemia». Sono le parole del presidente dell’istituto superiore della sanità Silvio Brusaferro. Il punto non è soltanto capire quando riaprire ma sono le modalità che devono essere scelte con attenzione per non ricadere nel dramma e rovinare tutto. “Il problema è capire quali forme di apertura garantiscono che la curva non ritorni a crescere», afferma.
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L’idea stop and go
E’ chiaro che vanno fatte scelte modulari. Sono necessarie aperture per categorie o comunque parziali. «Certamente avverranno in modo graduale e dovremo organizzarci per essere capaci di intercettare rapidamente eventuali nuove persone positive. Stiamo anche valutando un’idea degli inglesi, quella dello “stop and go”. Prevede di aprire per un certo periodo e poi chiudere di nuovo». L’idea dello stop and go servirebbe per capire quali sono le conseguenze delle riaperture sui contagi. Una sorta di esperimento perchè certezze che il contagio non torni non possono essere considerate.
E’ inevitabile pensare ad una ripresa lenta delle attività dopo che il contagio sarà praticamente caduto. La normalità non può tornare nell’immediato. Il nemico potrà essere considerato sconfitto soltanto dinanzi ad un vaccino o un farmaco che è in grado di debellarlo.
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