In Cina ci si interroga sulla gestione dei laboratori. La città di Wuhan, tana di virus epidemiologici ad alto rischio per la salute della popolazione.
Sono ore frenetiche per la popolazione mondiale sull’emergenza Coronavirus. Il livello dei decessi è in continuo incremento ed è lecito spostare le attenzioni alla radice del problema. In Cina, nella città di Wuhan, dove tutto nasce, gli scettici cercano le risposte nei laboratori. Secondo uno studio dei Dottor Bizzarri e Sansoni, la città di Wuhan oltre ad apparire “focolaio” del virus, detiene le macchine da guerra che hanno innescato la sua ira. Un assembramento di amminoacidi di diversa natura, che hanno plagiato una creatura così spietata, in grado di terrorizzare l’intero pianeta.
Se andiamo ad analizzare concretamente la natura biotecnologica della città di Wuhan, scopriamo alcuni laboratori, costruiti per prevenire la diffusione dei virus. Tra questi il Wuhan Center, laboratorio tecnologico ad alto contenimento di rischi dovuti a epidemie naturali. Lo scetticismo regna sovrano e molti si interrogano su come il Coronavirus abbia avuto affermazione al di fuori di questi centri. La risposta è nel dubbio secondo il pensiero di Nature, che esclude manipolazioni genetiche premeditate.
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Cina, Wuhan: le ingenuità scientifiche nei laboratori
Secondo le alcune ricerche scientifiche, l’India è risultato uno dei primi Paesi a scoprire l’origine innaturale del Coronavirus di Wuhan. Una mutazione genetica, figlia dell’HIV con livelli di contagiosità più elevati. Il virus colpisce i tratti respiratori, suscitando i primi sintomi influenzali, tra cui febbre e tosse. Nei casi più gravi sfocia in una polmonite interstiziale che causa danni irreversibili all’uomo. Ma la sua astrattezza gioca un ruolo strategico che non permette all’uomo di evitarlo, anzi vi entra in contatto silente. I livelli di trasmissibilità, dunque, possono rivelarsi incontrollabili, soprattutto tra gli asintomatici che innescano inconsapevolmente la sua reazione in maniera esponenziale.
Secondo lo studio de Il Tempo, Wuhan non è l’unico soggetto sul banco degli imputati, bensì l’intero Paese orientale. Assetata di nuove scoperte in campo biotecnologico, la popolazione cinese commette ingenui lapsus. Il tutto senza tener conto che le sperimentazioni scientifiche debbano avvenire secondo un protocollo che attesti l’efficacia e l’adeguatezza dei laboratori.
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