Coronavirus, in Africa le probabilità di sviluppo dell’epidemia sono inferiori rispetto agli altri Paesi. Ne parla l’infettivologo Galli
Paradossalmente in Africa, dove le condizioni igieniche sanitarie sono meno buone rispetto ad altri Paesi, c’è meno possibilità di contrarre il Coronavirus. Massimo Galli, direttore del reparto Malattie infettive all’ospedale Sacco di Milano, ha cercato di spiegare l’ipotesi. “Verosimilmente c’è una diversa disponibilità e diverse caratteristiche dei recettori per il virus in alcune etnie – analizza l’infettivologo – in alcune popolazioni, soprattutto di origine africana”. Si tratta di un’analisi che si basa sulle caratteristiche delle etnie e il razzismo viene accantonato. Galli si augura che tale ipotesi possa essere confermata anche a livello di ricerca.
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Coronavirus, gli ultimi aggiornamenti
In Italia arriva uno spiraglio di luce che porta speranza in questo buco nero. Infatti scende nettamente il numero di contagi. Nella giornata di ieri sono stati registrati 1648 nuovi positivi, 2167 in meno rispetto al 29 marzo. Dall’inizio dell’epidemia l’Italia ha raggiunto 100.000 casi. Negli Stati Uniti il numero delle vittime è salito a 3000, 500 solo nelle ultime 24 ore. Dal 1 aprile inizierà la quarantena anche per il Vietnam, che chiuderà tutte le attività commerciali per i prossimi 15 giorni. In Spagna aumenta il numero dei contagi arrivando a 87.156 positivi; in Francia i postivi confermati sono 44.550. Anche la Cina ha registrato 48 nuovi casi, tutti importati. La Corea del Sud ha riportato ieri un rialzo di nuovi casi da Covid 19 a 125, dai 78 di domenica, a causa dei problemi nel tenere sotto controllo focolai interni e contagi importati.
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Questo nemico invisibile, che sta attaccando tutto il mondo, ha raggiunto quasi 800mila casi. Si tratta di una vera e propria pandemia.