I numeri di Confindustria sono eloquenti per l’economia: calo del Pil primo semestre del 10%, Il debito/Pil al 147%, il deficit al 5%.
Confindustria lancia l’allarme economia. Si iniziano a delineare i numeri della serrata fin qui imposta al paese per cercare di arginare il fenomeno Covid-19. Un disastro senza precedenti quello provocato dall’epidemia che sta ormai guardando all’impietosa cifra dei 15mila morti. La chiusura delle attività, dal commercio alle industrie, provocherà seri danni all’economia per tutto il 2020. E’ quanto emerge dal rapporto stilato dalla confederazione degli industriali: “Nel 2020 un netto calo del PIL è comunque ormai inevitabile: lo prevediamo al -6,0%, sotto l’ipotesi che la fase acuta dell’emergenza sanitaria termini appunto a maggio. Si tratta di un crollo superiore a quello del 2009, e del tutto inatteso a inizio anno”.
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I numeri di Confindustria: la situazione
Il riferimento alla precedente crisi, quella del 2009, è inevitabile e lascia perplessi. Già nel 2009 si è affrontata una crisi dalla quale si è venuti fuori molti anni dopo. Se i numeri oggi sono già peggiori significa che il futuro non può non preoccupare e senza dubbio non va affrontato alla stessa maniera. “Si tratta di uno shock congiunto di offerta e di domanda: al progressivo blocco, temporaneo ma prolungato, di molte attività economiche sul territorio nazionale, necessario per arginare l’epidemia, si è associato un crollo della domanda di beni e servizi, sia dall’interno che dall’estero”. La situazione è molto complicata e non a caso, l’Italia respinge con forza gli strumenti a disposizione dell’Unione Europea per affrontare la crisi economica che ne sarà diretta conseguenza.
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Lo schema del post 2009 non ha prodotto effetti molto positivi, la ripresa è stata troppo lenta. L’austerity non ha funzionato.