La Toscana scende in campo nella lotta al Coronavirus con la sperimentazione di un farmaco. Gli sviluppi della terapia.
Le soluzioni farmaceutiche sperimentate sui pazienti affetti dal Coroanvirus, hanno dato i loro frutti, scongiurando la terapia intensiva. I medici di Napoli e in particolare il Professor Ascierto dell’Istituto Ospedaliero “Pascale”, detengono il primato in questa speciale classifica. Ascierto e il suo team sono i primi ad aver sperimentato la terapia anti-Coronavirus con l’utilizzo del farmaco “Tocilizumab”. Esso è dotato di una molecola particolare che guarisce l’artrite reumatoide. Oggi è anche conosciuto dall’AIFA come il primo farmaco che attenua l’azione repressiva del Coronavirus. Non un’azione che debella definitivamente il nemico, ma efficace per scongiurare l’ipotesi al paziente della terapia intensiva.
Oggi l’Aifa riconosce un altro farmaco che al pari del Tocilizumab potrebbe fare la sua parte nella lotta contro la polmonite interstiziale. Un medicinale off label che ha dimostrato di fare la differenza nell’evitare che il pazente entri in coma farmacologico. Una seconda sperimentazione innovativa che questa volta porta la firma dei medici di Livorno, in Toscana. L’azione di questo medicinale nasce per fuorviare altre specie di patologie. Ma è stato giudicato efficace nella lotta al Coronavirus. E presto sarà oggetto di approvazione nelle Asl della Regione Toscana.
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Il nuovo farmaco che fa tremare il Coronavirus viene dalla Toscana e porta il nome di “Ruxolitinib”. Una manciata di iniezioni intramuscolari bastano per il paziente affetto dal virus per intravedere i primi risultati. L’azione anti-infiammatoria di questo medicinale è la terapia di trattamento idonea che sta accompagnando i pazienti intubati a respirare autonomamente. Un’azione ingegnosa del farmaco che può essere utilizzato anche in ambito preventivo. Bastano due compresse al giorno di “Ruxolitinib” per due settimane se si avvertono i primi sintomi della malattia. L’efficacia del prodotto marcato dall’Azienda “Novartis” getta fumo negli “occhi” del Coronavirus, anche quando il paziente è sul letto dell’ospedale. La molecola risulta affondare le radici dei suoi benefici nelle persone più giovani fino alle idi della terza età. I medici dell’Ospedale di Livorno l’hanno iniettato a ben otto pazienti che presentavano difficoltà respiratorie.
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L’azione di scongiura definitiva del farmaco funziona e il merito va al Direttore dell’Asl toscana Enrico Capochiani e all’infettivologo Spartaco Sani dopo un confronto con i professori di medicina dell’Università di Pisa.
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