Il presidente di Confcommercio chiede al governo di fare di più per aiutare le imprese ma soprattutto i piccoli negozi, molti dei quali se non sovvenzionati, alla fine della crisi da Covid-19 non riapriranno più
Parla di una vera emergenza per i piccoli negozi Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio. Al tempo del Covid-19 le finanze si restringono. Se per le aziende è difficile andate avanti lo è ancora di più per le piccole realtà commerciali che alla fine della crisi “rischiano di non riaprire”.
Non usa mezzi termini il presidente di Confcommercio che si dice seriamente preoccupato per i piccoli negozi. Per Sangalli le strategie stabilite dal governo sono insufficienti, è necessario un “piano d’intervento strutturato”. E quando parla di un piano ad hoc per superare la crisi immagina un secondo e moderno piano Marshall per dare un’iniezione di liquidità a chi è stato costretto ad abbassare la serranda.
È chiaro il monito che Sangalli manda attraverso le pagine di Repubblica. Con il quotidiano ha analizzato la situazione delle imprese italiane alle prese con la crisi da Covid-19. Se il settore alimentare è quello che si salva tra tutti, resta grande parte della compagine in difficoltà. Sangalli si riferisce a commercianti, artigiani, lavoratori autonomi, lavoratori delle attività artistiche e di intrattenimento.
Per loro, spiega il presidente di Confcommercio, si stima che nel solo mese di marzo “perderanno almeno 9 miliardi di fatturato a causa della cessazione parziale o totale della loro attività”. Solo la prima fetta di un crollo dei consumi che, secondo le previsioni, nel 2020 si aggirerà intorno ai 52 miliardi.
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Sangalli dice da subito che quello che il governo sta facendo non basta. E si riferisce al decreto “cura Italia”. “Bisogna fare molto di più” chiede. Per contrastare le cause dell’emergenza sanitaria che non si sa quanto durerà c’è bisogno di reagire in fretta e bene per il presidente della Confederazione Generale Italiana delle Imprese, delle Attività Professionali e del Lavoro Autonomo.
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Proprio per questo “bisogna attrezzarsi subito per contrastare l’impatto della recessione che avanza” ha chiarito. E cosa intende? Attivare una sorta di Piano Marshall, un intervento straordinario, chiede Sangalli che sia in grado di far ripartire le aziende che ormai sono ferme da settimane per il lockdown. Necessari dunque degli strumenti straordinari, chiede il presidente, per “immettere liquidità”, il tutto “a zero burocrazia perché il tempo si sta esaurendo”.
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E dopo la crisi cosa ne sarà dei consumi? Sicuramente si cercherà maggiore sicurezza spiega e conclude Sangalli. Sicuramente il “pluralismo distributivo del commercio italiano cambierà, si rinnoverà”.
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