Covid-19, “Non abbiamo i soldi per tornare a casa”

Covid-19, una famiglia di italiani è bloccata a Cuba, la Farnesina: “La nostra è una lotta contro il tempo, ma stiamo lavorando per riportare a casa tutti”

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aeroporto (getty images)

Sara, suo marito e la loro bambina di sette anni non riescono a tornare in Italia. Quel viaggio a Cuba, che doveva rimanere indimenticabile, si è rivelato una catastrofe contro il tempo. Il covid-19 ha rovinato tutto. La famiglia italiana era ospite dalla Zia di Sara all’Avana ed ora la polizia ha trasferito loro in un albergo con altri 40 italiani. “Siamo chiusi in queste quattro mura in un Paese straniero – spiega la donna a Tgcom24 – alla porta dell’albergo c’è la polizia che ci impedisce di uscire e non abbiamo nessuna certezza di tornare“.

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Covid-19, la paura di non poter tornare

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Persone in aeroporto (getty images)

Una vacanza programmata da mesi, iniziata il 22 febbraio, il coronavirus sembrava poco più di un’influenza e invece in un batter d’occhio tutto è cambiato e il nemico invisibile ha messo in ginocchio il mondo intero. Ora la famiglia italiana è bloccata in una camera di albergo a Cuba, ma i soldi per pagarla non ci sono e come se non bastasse servono 2700 per tornare in Italia. Dalla Farnesina rispondono che si stanno organizzando voli straordinari a ritmi serrati per riportare a casa tutti, ma la situazione è veramente difficile. “E’ normale che le operazioni siano complicate. Ma il nostro impegno prioritario adesso è far rientrare tutti – afferma il Ministero degli Esteri – Agli italiani che sono in Paesi stranieri chiediamo un po’ di pazienza. Sappiamo che è difficile per tutti. Ma li riporteremo a casa“. E assicurano: “Sulla pagina web dell’ambasciata c’è un numero verde che è contattabile dagli italiani a Cuba 24 ore su 24” Spiegano.

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CORONAVIRUS
Aeroporto (getty images)

“In caso di problemi sanitari, tutti i nostri connazionali possono far riferimento a quel numero e saranno aiutati e assistiti – conclude la Farnesina – Certo, compatibilmente con una situazione che definire eccezionale è poco”.

 

 

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