Le mascherine sono necessarie per difendersi dal Coronavirus. Quelle più comuni e consone sono le chirurgiche, che però vanno disinfettate
Le mascherine sono necessarie per difendersi dal Coronavirus. Il Ministero della Sanità ha regolamentato la materia fornendo le informazioni e le indicazioni utili per il tipo di prodotto. Quelle più comuni e consone sono le chirurgiche, predisposte appositamente per il personale sanitario. Con esse i medici e gli infermieri possono evitare che vadino a contatto con naso e bocca goccioline o spruzzi di secrezioni o altri fluidi biologici. Questi possono trasmettere virus e le chirurgiche occorrono al personale per poter curare senza conseguenze per la propria salute, i malati che si presentano presso le strutture sanitarie. Le mascherine chirurgiche, però, non hanno una durata illimitata. In teoria sono monouso ma è possibile, tranne che per i sanitari che le hanno utilizzate al cospetto di determinati pazienti, riutilizzarle.
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Disinfettare la mascherina: il metodo
L’utilizzo si può ripetere. Ciò può avvenire al massimo tre volte. Per poter ottenere un nuovo uso della mascherina è necessario disinfettarle. Nel caso specifico del Coronavirus, può bastare utilizzare un igienizzante che contenga almeno il 70% di alcool. Il prodotto va spruzzato sulla mascherina posta su una superficie lavata con acqua e sapone. E’ necessario spruzzare il prodotto anche sugli elastici. Dopo trenta minuti, giusto il tempo che il prodotto si possa asciugare bene, è possibile utilizzare nuovamente la mascherina. Tutto ciò, però, non basta in caso di deterioramento della stessa.
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In tal caso la mascherina non ha più efficacia e va gettata. L’importante è chiarire che le mascherine utilizzate da persone infette o ad alto rischio di contagio non vanno sanificate in quanto non sono certi i livelli di efficacia.