La risposta immunitaria esagerata al Covid-19 mette in pericolo la vita delle persone che rischiano la morte. Lo hanno constatato i medici dello Spallanzani di Roma
La tempesta di citochine tradisce i pazienti affetti da Covid-19. Si tratta di una risposta immunitaria sproporzionata che l’organismo mette in atto quando si sente attaccato dal virus. Una reazione così forte ed esagerata che addirittura può essere potenzialmente letale.
In sostanza l’organismo vorrebbe difendersi ma non fa altro che peggiorare la situazione nel caso in cui il patogeno abbia già attaccato il corpo. Un pericolo così alto da attentare anche alla vita dei pazienti stessi. È quello che hanno riscontrato i medici dell’Ospedale Spallanzani di Roma.
Una complicazione non diffusissima ma che si rivela in abbastanza pazienti colpiti dal coronavirus. Nell’organismo, infatti, si accelera la produzione di molecole immunitarie arrivando a quantità estreme che possono causare danni irreversibili a diversi organi. Motivo questo che nei casi più gravi può portare anche alla morte.
Le citochine in condizioni normali permettono di superare le infezioni di tipo batterico o virale andando a proteggere l’organismo. Una volta sterminato il virus o il batterio il sistema immunitario torna nella condizione di riposo.
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Una constatazione quella fatta sulla letalità della tempesta di citochine fatta analizzando i polmoni dei pazienti colpiti da Covid-19. Nelle persone infettate in modo più grave, infatti, c’è la possibilità dello sviluppo di una polmonite bilaterale interstiziale hanno detto gli esperti. In questi casi si verifica, infatti, un “versamento di materiale infiammatorio nelle sacche d’aria” situate nella parte più bassa dei polmoni.
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Una condizione questa che riguarda circa il 17% dei pazienti contagiati dal Covid-19. È nota ai medici come sindrome da distress respiratorio acuto o ARDS (Acute respiratory distress syndrome) e secondo gli studi fatti può essere proprio una conseguenza della tempesta di citochine. Questa reazione spropositata è nota anche come sindrome da risposta infiammatoria sistemica, sindrome da rilascio di citochine, sindrome da attivazione di macrofagi o linfoistiocitosi emofagocitica.
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Una reazione non comune ma nemmeno troppo rara come ha spiegato il dottor Randy Cron, medico dell’Università dell’Alabama a Birmingham e specializzato nelle reazioni spropositare del sistema immunitario. Lo specialista ha puntualizzato infatti che fino al 15% dei pazienti colpiti da infezioni gravi ha queste reazioni e sviluppa una tempesta di citochine. L’organismo infatti “continua a rilasciare citochine – ha spiegato – e a mettere a repentaglio la sopravvivenza del paziente”.
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