L’Iss ha affermato di non avere evidenze sul fatto che il Coronavirus circoli nell’aria e il presidente Brusaferro ha precisato: “La trasmissione avviene solo in contesti particolari”.
L’Istituto superiore di Sanità è intervenuto sul fatto che il Coronavirus circoli nell’aria. “I dati ci dicono che le vie di contagio principali sono per droplet e contatto”, commentano così dall’Iss. Il suo presidente, Silvio Brusaferro, ha dichiarato: “La trasmissione per via aerea è stata dimostrata solo in contesti particolari e soprattutto in quelli sanitari”. A quanto pare, uno starnuto crea una nuvola di goccioline che può arrivare fino a otto metri di distanza e le goccioline di saliva possono propagarsi fino a due metri per poi cadere per la forza di gravità. L’aereosol, ovvero goccioline più piccole, può rimanere sospeso in aria e raggiungere distanze più ampie come ha chiarito questa ricerca. Alla Bbc, David Heymann, infettivologo e presidente di un gruppo di consulenti dell’Oms ha chiarito che l’Organizzazione mondiale della sanità stabilirà se occorre che un numero maggiore di persone indossino le mascherine per rallentare il contagio del virus.
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Si attende l’Oms sull’ipotesi che il Coronavirus circoli nell’aria
Al momento l’Oms sottolinea che le persone infette o quelle che hanno sintomi della malattia dovrebbero indossare le mascherine e raccomanda la distanza di almeno un metro da soggetti che starnutiscono o tossiscono. Nel nuovo studio del Mit si evince che le goccioline di saliva emesse con la tosse o lo starnuto possono raggiungere rispettivamente fino a sei e otto metri di distanza. Ma precisa che le microparticelle più piccole potrebbero muoversi nell’aria anche per distanze più lunghe.
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Se questi dati verranno confermati, “è possibile che indossare una mascherina sia altrettanto efficace o più efficace della distanza interpersonale”, ha commentato Heymann.