Coronavirus, l’architetto Massimiliano Fuksas svela il suo nuovo progetto anti-pandemia: “Il non ospedale”. In esclusiva ad HuffPost
In un’intervista esclusiva ad Huffpost l’architetto Massimiliano Fuksas rivela il suo nuovo progetto. Si tratta di un “non ospedale una ricerca che parte da tre livelli di sanità – ha spiegato – uno interno alla propria abitazione, uno che è di quartiere o di aggregato sociale e l’altro che è un qualcosa che si installa ai margini degli ospedali stessi per evitare quello che è successo”. L’obiettivo è quello di non mandare al pronto soccorso le persone così da limitare il collasso degli ospedali. “Il primo presidio è l’abitazione. Alla fine, l’hanno capito tutti che il luogo di difesa è proprio l’abitazione, però come è adesso non funziona – continua a spiegare l’architetto – Deve avere qualcosa di familiare, una scatola su cui si basa. Come primo elemento fondamentale ci sarà il termometro e come secondo ci sarà il misuratore di saturazione di ossigeno – prosegue – importantissimi perché da lì si capisce che capacità respiratoria si ha, e poi di seguito tutti gli altri. Bisogna ripensare alla casa“.
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Coronavirus, il progetto Smart Hospitals
L’architetto Fuksas, un talento italiano che tutto il mondo ci invidia, rivela il suo nuovo progetto “Smart hospitals”. “Sappiamo che c’è la tele medicina che è una delle cose a cui noi aggregheremo questa dimensione di casa. – spiega – Abbiamo bisogno di un professionista che a distanza vada a monitorare quello che succede – continua – Ci sarà così il superamento della fase del medico di famiglia”. Dopo aver accertato attraverso l’assistenza di star male, si dovrà passare alla fase successiva: la protezione. La terza e ultima fase riguarderà la costruzione di moduli aggregabili.
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“Il fine primario sarà quello di proteggere i malati e di salvarli – conclude l’architetto – ma prima ancora il fine è di salvare i medici e gli infermieri“.