La crisi da Covid-19 ha imposto l’impiego nonché la modifica di alcuni strumenti denominati ammortizzatori sociali. In primis, la cassa integrazione, in tutte le sue forme.
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La cig assiste chi si trova involontariamente in una situazione di disoccupazione ma non è unica. In Italia ci sono infatti tre tipi di Cig: la Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria (CIGO), la Cassa Integrazione Guadagni in Deroga (CIGD) e la Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria (CIGS).
La Cigo è dedicata ai dipendenti delle imprese appartenenti ai settori dell’industria e dell’edilizia e può essere corrisposta per un massimo di 13 settimane continuative (salve le proroghe).
Oltre alle causali già esistenti è stata introdotta dal Governo in carica quella per Covid-19 e dal 23 febbraio 2020 è fruibile per 9 settimane da ogni unità produttiva (con termine entro il 31 agosto).
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Le altre tipologie di Cassa integrazione
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La Cassa Integrazione in Deroga è uno strumento che riguarda solitamente le aziende escluse dalla Cassa integrazione ordinaria e che può essere attivata in caso di crisi.
Sono le Regioni a gestirla (attraverso Accordi Quadro fra le Regioni appunto e le parti sociali) ma è pagata direttamente dall’INPS.
Vi sono altresì degli strumenti alternativi alla Cassa integrazione ordinaria: il Fondo di Integrazione Salariale e i Fondi di Solidarietà Bilaterale.
Tuttavia, ad oggi circa metà delle Regioni non è ancora partita.
Invece la prima Zona Rossa (cioè i comuni di Bertonico, Casalpusterlengo, Castelgerundo, Castiglione d’Adda, Codogno, Fombio, Maleo, San Fiorano, Somaglia, Terranova dei Passerini e Vo’) è destinataria di un trattamento a parte: le aziende che hanno sede o attività produttive in questi territori se impossibilitati a svolgere l’attività lavorativa possono attivare fino a 22 settimane di cassa integrazione (assegno ordinario o di cassa integrazione salariale in deroga, a seconda del settore di appartenenza dell’azienda).
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Le tempistiche per la percezione della cig sono tuttavia dilatate. Fortunatamente, dunque, l’Abi e i sindacati hanno sottoscritto una convenzione per permettere un meccanismo di anticipazione della somme da parte delle banche aderenti.