Secondo un’indagine portata avanti dal Financial Times l’Italia avrebbe perso fiducia nei confronti dell’Europa: nel Bel Paese, pare, che anche le certezze dei partiti filo-europeisti stiano vacillando.
Il Financial Times ha condotto un’analisi circa la possibilità che l’Europa stia iniziando a non godere più della piena fiducia da parte dell’Italia. Il giornale economico britannico si pone, infatti, un quesito: “L’Europa sta perdendo l’Italia?“. Un dubbio che nasce spontaneo dopo che anche i partiti filo-europeisti del Paese hanno iniziato a chiedersi quale sia l’utilità di rimanere all’interno di un sistema che pare non voglia fare passi concreti per fornire il proprio supporto. L’Italexit, un’idea rispolverata da Matteo Salvini pochi giorni fa, potrebbe prendere il sopravvento se l’Ue non si adoperasse con misure consistenti per far fronte all’emergenza da Covid-19.
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L’epidemia da Covid-19 sta facendo vacillare anche la fede dei più convinti filo-europeisti che ad oggi avrebbero iniziato a chiedersi se abbia un senso rimanere nell’Eu. Lo spettro dell’Italexit pare, dunque, sia tornato rinvigorito dal sentimento di sfiducia. Una considerazione, questa, che nasce all’esito di un’analisi condotta dal Financial Times e riportata dalla redazione dell’Huffington Post.
Il quotidiano britannico parte da un quesito lapidario: “L’Europa sta perdendo l’Italia?“. Ebbene, se bastasse solo il sentimento degli italiani a determinare la permanenza del Bel Paese nell’UE probabilmente la risposta sarebbe tranciante: sì. Il Financial Times avrebbe, sul punto, citato uno studio condotto dalla Tecnè un mese fa. Il 67% degli intervistati avrebbe dichiarato che la permanenza nell’Unione rappresenta uno svantaggio per il Paese, rispetto al 47% del novembre 2018.
A ciò si sarebbe aggiunto anche il senso di tradimento, riporta il Financial Times citato dall’Huffington Post, di alcuni esponenti politici convinti filo-europeisti. L’esempio va al partito di Carlo Calenda di cui numerosi membri si sono chiesti l’utilità di rimanere nell’Ue. Il lungo percorso è giunto, oggi, ad un bivio: o vengono intraprese misure consistenti per aiutare l’Italia o il Bel Paese potrebbe sganciarsi e dire addio al progetto europeo. Ad esacerbare il già precario rapporto l’atteggiamento dell’Ue all’inizio dell’emergenza che pare abbia per l’ennesima volta snobbato l’Italia. Salvo poi, in un secondo momento, ripresentarsi con tanto di scuse da parte di Ursula Von der Leyen che avrebbe fatto ammenda per i propri “peccati”.
Sul punto si è espresso, riporta il Financial Times stando a quanto riferisce l’Huffington, Donald Tusk. L’ex Presidente del Consiglio Europeo ha affermato che purtroppo “la perdita di reputazione è enorme” tuttavia non bisogna dimenticare che in ogni caso gli aiuti forniti dall’Europa all’Italia sono di gran lunga più consistenti di quelli di Cina e Russia. Eppure il tempo è poco, lo spazio di manovra ancor meno. Per Tusk bisogna che l’Europa conferisca il proprio apporto a stretto giro perché a soffrire è il popolo. Secondo il quotidiano britannico, il malcontento nei confronti dell’Unione oggi potrebbe reincarnarsi nel pensiero più drastico di Matteo Salvini, ossia quello dell’Italexit.
Il quotidiano britannico si sarebbe concentrato sul fulcro del problema, individuato nell’assenza di interesse da parte di alcuni Paesi di partecipare maggiormente al sostentamento dell’economia. Uno degli strumenti che più sta destabilizzando la Comunità sono di certo i coronabond alla cui emissione la Germania si è nettamente opposta.
La speranza dei filo-europeisti è che i Paesi più a Nord si ravvedano al fine di far decollare nuovamente l’immagine dell’Europa. Preghiera esitata: i Paesi Bassi, riporta l’Huff, ha proposto l’istituzione di un fondo di solidarietà di 20 miliardi di euro, con erogazioni per Italia e Spagna. Un grande passo avanti ed una significativa dimostrazione di solidarietà.
Si aggiunge poi la Francia. Il ministro delle Finanze Bruno Le Maire il quale ha presentato un piano per un fondo comune definito “eccezionale e temporaneo” a cui da garanti farebbero tutti gli stati membri coordinati dalla Commissione Europea.
Le certezze di molti, tra politici ed economisti, ora potrebbero sgretolarsi. Quelli che sembravano capisaldi inamovibili cadono dinnanzi all’emergenza. Il Financial Times cita ad esempio il cosiddetto “deficit-zero” accantonato dopo l’annuncio dell’approvazione del piano da “156 miliardi di euro finanziato per lo più a debito”. Il possibile scenario, dunque, è che anche la Germania possa fare un passo indietro. Ipotesi sempre più concreta considerando che numerosi sono stati i ripensamenti sul punto a partire da quello di Michael Huther, economista tedesco.
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Quest’ultimo, riporta l’Huffington citando il Financial avrebbe dichiarato: “Non si tratta di finanziare dighe in Italia centrale, è una questione di vita o di morte”.
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