La perizia del consulente del pubblico ministero sull’incidente: Pietro Genovese andava troppo veloce mentre Gaia e Camilla erano lontano dalle strisce
Ci sarebbe una sorta di concorso di colpa nell’incidente di Corso Francia a Roma che ha avuto protagonista il guidatore Pietro Genovese e vittime Gaia e Camilla, le ragazze investite e rimaste uccise a seguito dell’impatto. Questa è la conclusione che perito del pubblico ministero ha depositato in procura. Infatti stando alla perizia, le sedicenni attraversarono lontano dalla strisce pedonali durante la notte tra il 20 e il 21 dicembre.
È stato allora che le giovani attraversarono a piedi sotto la pioggia Corso Francia, zona residenziale di Roma. In quel momento le due vennero travolte dall’auto guidata dal 20enne, figlio del famoso regista Paolo Genovese. Già a febbraio una maxiperizia aveva stabilito come il conducente della vettura stesse viaggiando a una velocità maggiore di quanto consentito. Allo stesso tempo però, secondo il consulente, anche le ragazze sarebbero state lontane dalle strisce e non molto visibili, viste anche la pioggia e l’ora tarda.
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Pietro Genovese, la conclusione della perizia sull’incidente che ha causato la morte di Gaia e Camilla
Questa relazione nel corso del processo potrebbe alleggerire la posizione di Genovese, attualmente ancora agli arresti domiciliari. Il perito ha ispezionato il veicolo posto sotto sequestro, ha analizzato i rilievi compiuti dalle forze dell’ordine ed ha appurato la velocità e il punto d’urto, la corsia percorsa, la sincronizzazione dei semafori e le condizioni di visibilità nel momento in cui è avvenuto lo scontro.
Un’inchiesta durata mesi per comprendere se Gaia e Camilla fossero esattamente uscite fuori all’improvviso, in quale punto effettivamente avessero attraversato la strada e se l’auto avrebbe potuto evitare l’impatto. La polizia municipale non aveva riscontrato tracce di frenata.
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Durante l’interrogatorio lo stesso Pietro Genovese aveva dichiarato di essersi accorto della due sedicenni solo dopo lo scontro.