Ormai diversi anni fa, l’ex presidente degli Stati Uniti, George Bush, parlò dei rischi legati ad una possibile “pandemia influenzale”. Quasi una previsione di quello che è il Coronavirus oggi.
Era il 1° novembre 2005 quando l’allora presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, paventava l’ipotesi di una possibile minaccia derivante dal diffondersi di un agente patogeno. Bush Jr. tenne un discorso su questo argomento al Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani del suo Paese, parlando nello specifico di una “pandemia influenzale. Un qualcosa che non è da equiparare ad un disastro naturale. Alluvioni, tornado, tempeste agiscono colpendo e poi calando di intensità. Ma una epidemia che prolifera in maniera incontrollata può diventare per l’appunto una pandemia ed essere presente ad ondate per almeno un anno ed anche più”. Parole che, se riascoltate ora che il mondo sta facendo i conti con il Coronavirus, lasciano il segno.
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Bush, l’avvertimento quasi profetico: “Una pandemia influenzale ci troverebbe impreparati”
“Qualunque nostro strumento a disposizione scarseggerebbe molto presto, se mai un giorno dovesse verificarsi una situazione simile. Posti letto, macchinari, personale sanitario…”. Parole che suonano quasi profetiche e che vengono riportate in queste ore dai media statunitensi. Da quelle parti il numero di contagi e di vittime da Covid-19 cresce sempre più di giorno in giorno. Nella sola giornata di martedì 7 aprile le vittime sono state poco più di 1900. Come detto, era l’anno 2005 e gli Usa ed il mondo erano in piena apprensione dovuta agli atti di terrorismo. L’11 settembre 2001 era ancora molto vicino e gente come bin Laden e Saddam Hussein era ancora nel pieno dei loro poteri.
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Preoccupazione come quella che ora tiene il pianeta intero in apprensione venivano viste come un qualcosa in cui assistere soltanto in opere di finzione. L’augurio è che, una volta che tutto passerà, ci si preparerà a dovere per il futuro.