Colf, badanti e baby sitter sembrano al momento escluse dalle tutele che il Governo ha introdotto per far fronte all’emergenza economica. I datori di lavoro, famiglie anch’esse, hanno 4 soluzioni per gestire i contratti in forza.
Le richieste delle associazioni di categoria sono molte. Tra le più rilevanti: l’estensione ai lavoratori domestici della cassa integrazione in deroga e la deducibilità delle retribuzioni di colf e badanti (che incentiverebbe l’emersione dei contratti irregolari).
Nell’attesa della conversione in legge del Decreto Legge n. 18/2020 e del decreto del ministero del Lavoro che darà attuazione alla norma sul reddito di ultima istanza (articolo 44 dello stesso Decreto “Cura Italia”).
Al momento, l’unica misura certa è costituita dallo slittamento al 10 giugno del termine per il versamento dei contributi in scadenza tra il 23 febbraio e il 31 maggio.
Tuttavia, stando alle dichiarazioni del ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, verrà a breve (in aprile) introdotto un ammortizzatore sociale anche per i lavoratori del settore domestico.
Le soluzioni sui tavoli delle parti sociali coinvolte
Rischiano in moltissimi dunque il licenziamento.
Le possibili soluzioni sono dunque le seguenti:
1) l’anticipazione delle ferie;
2) l’aspettativa retribuita;
3) i permessi non retribuiti.
Leggi anche —>Il lavoro di colf e badante durante il Covid19
Infine, c’è anche la possibilità, che dovrebbe essere però l’ultima ratio, di licenziare le colf. Tuttavia, se il rapporto prevede più di 25 ore settimanali, il datore deve dare 15 giorni di preavviso al lavoratore che diventano 30 se l’anzianità è oltre i 5 anni.