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Coronavirus, strade ancora troppo affollate: una nuova iniziativa

Il Coronavirus incalza mentre in giro c’è ancora troppa gente che non rispetta le norme. La decisione in prospettiva

giovani con mascherine (Tiziana Fabi – getty images)

Nonostante l’emergenza Coronavirus, le strade continuano ad essere gremite di persone. Le reali motivazioni che le spingono verso lunghe passeggiate all’aperto per strada sono a volte banali e rischiano di rappresentare un esempio errato per altre. Non si tratta di portare il cane a spasso o avere un motivo valido per entrare in farmacia e acquistare prodotti sanitari. In Italia esistono luoghi abitauti alla frequentazione e all’aggregazione quotidiana e di conseguenza la gente tenda ad abbassare la guardia. Parliamo di alcuni posti di ritrovo che interessano soprattutto le maggiori città d’Italia, come Milano o Piacenza dove si registrano raggruppamenti continui. Il dilemma più grande resta quello del mancato rispetto delle distanze di sicurezza che i sindaci stessi denunciano in seguito ad atteggiamenti irresponsabili.

Altre situazioni di aggregamento si verificano costantemente a Napoli e Firenze dove le persone sono munite di mascherine ma senza rispettare la distanza di sicurezza di almeno un metro. L’attivazione dei controlli con i droni sono un esempio di rafforzamento delle misure di contenimento e nelle ultime ore le garanzie del rispetto sono arrivate anche dai rispettivi sindaci. A fronte di questi comportamenti, però, si parla di un ulteriore potenziamento delle verifiche sul tema controlli.

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Le misure di contenimento del contagio da Coronavirus: l’Italia imita la Corea

Coronavirus, come evitare il contagio (Foto dal web)

L’Italia studia il contemimento del Coronavirus ispirandosi al modello adottato dalla Corea del Sud. Si tratta infatti di un’applicazione che sarà alla portata di tutti e che immagazinerà i dati delle persone risultate positive al Coronavirus. Un sistema digitale che permetterà anche di contenere precocemente il contagio. Se sarà una garanzia di successo come dall’altra parte del mondo, lo si verificherà solo applicandola sul campo. In Italia sono iniziati i primi esperimenti che hanno suscitato non poche polemiche. L’esigenza l’avvertono soprattutto i lombardi, titubanti però dell’iniziativa.

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Coronavirus (Getty Images)

Il Garante della privacy, però, ha già anticipato che la normativa sulla protezione dei dati personali contiene già in sé gli strumenti per affrontare emergenze come quelle del Coronavirus.

 

 

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