Il presidente del Veneto, Luca Zaia, parla del lockdown per via dell’emergenza Covid-19 in corso anche nella sua Regione e del comportamento dell’Unione Europea
Nel corso del punto stampa, il presidente del Veneto, Luca Zaia, parla del termine del lockdown per via dell’emergenza Covid-19. “Smettiamola con questa ipocrisia. Il lockdown almeno in Veneto non esiste più, perché di fatto già oggi il 60% delle aziende sta lavorando“. Quindi il Governatore ha svelato di aver parlato stamani con il ministro della Salute, Roberto Speranza. Nel corso di questo colloquio il ministro gli avrebbe confidato l’intenzione da parte del Governo di scrivere un nuovo Dpcm entro Pasqua.
Un provvedimento in cui Zaia spera di poter dare il suo contributo. Il Governatore veneto ribadisce quindi che ogni decisione sarà supportata da un parere scientifico. Secondo il presidente della Regione, “ad oggi in Veneto la partita con il virus non è finita, con quasi 13mila positivi, oltre 1500 malati ricoverati, 270 in terapia intensiva e 750 morti, ma bisogna prendere atto che già oggi molte aziende stanno lavorando – dichiara -. E allora dobbiamo mettere in sicurezza i lavoratori, per questo le aziende devono poter disporre dei dispositivi di sicurezza, mascherine e guanti“.
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Covid-19, il presidente del Veneto Zaia: “Do un consiglio al ministro Speranza”
Zaia passa poi all’attacco dell’Unione Europea per le divisioni sulle soluzioni economiche di sostegno per affrontare l’emergenza Covid-19. “In Europa il dibattito è imbarazzante, vergognoso – tuona -. L’Europa è latitante e spero che il governo non si accontenti di aver approvato il ‘Dl liquidità’, e vada a bussare decisamente in Europa che deve fare qualcosa, con l’emissione di titoli per l’emergenza o altri strumenti, ma non può far finta di nulla“.
Quanto alla posizione del ministro Speranza, per il quale la cosiddetta “patente di immunità” che si basa su test sierologici non sarebbe valida, il Governatore del Veneto si esprime così.
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“Al ministro Speranza – dichiara Zaia – dò il consiglio di lasciare il dibattito sulla patente di immunità al mondo scientifico, all’interno del quale oggi vi sono posizioni completamente diverse, in antitesi una con l’altra. Aspettiamo che si mettano d’accordo tra di loro“.