Covid-19, la Germania è divisa sugli eurobond: duro attacco di Spiegel

La Germania è divisa sugli burobond: Dall’autorevole settimanale Spiegel è arrivato un durissimo fondo contro Merkel del direttore, Steffen Klusmann

Europa
(Getty Images)

Dall’autorevole settimanale Spiegel è arrivato un durissimo fondo contro Merkel del direttore, Steffen Klusmann, dal titolo eloquente. Il rifiuto degli eurobond da parte della Germania“è non solidale”, ed è “gretto e vigliacco”. La Germania non sembra affatto compatta a favore della posizione rigida della Merkel. Del resto, la campagna di comunicazione tesa a raccontare una realtà diversa degli eurobond è il segnale che l’opinione pubblica non è affatto convinto di lasciarsi dei nemici fuori alla porta. Sono Stati come Italia, Spagna, Francia, ma anche Portogallo, Grecia, Belgio. Secondo Spiegel la Germania dovrebbe ricordare l’aiuto che ha ricevuto dopo la guerra. Lo sconto del debito da saldare, prima parziale e poi totale. E’ un’emergenza come lo era a quei tempi. La storia non può dimenticare.

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Germania divisa sugli eurobond: le ragioni di Spiegel e non solo

Prime Minister of Italy Giuseppe Conte in Brussels. (Photo by THIERRY ROGE / BELGA / AFP) / Belgium OUT (Photo by THIERRY ROGE/BELGA/AFP via Getty Images)

Il direttore dello Spiegel ha sottolineato che i bond comune “non sono un’elargizione” generosa del fronte del Nord. E che occorra rendersi conto dell’”enorme violenza della pandemia ha comportato una vera e propria tragedia umana e medica in Italia e in Spagna. Il direttore punta il dito sullo stato di necessità, sull’emergenza, ma c’è anche chi guarda ad altri aspetti. Una spaccatura così netta potrebbe essere anche l’anticamera della fine dell’Unione. Questa ipotesi non piace alla parte produttiva del paese, specie alle case automobilistiche tedesche.

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Draghi è l'uomo giusto per questa emergenza
ROME, ITALY, (Photo by Riccardo De Luca/Anadolu Agency (Getty Images)

Per loro l’esportazione è importante e il ruolo dei rapporti diplomatici tra i vari paesi aiuta l’industria automobilista tedesca. Difficile immaginare il rinnovo di contratti importanti con i paesi ai quali si impone un veto in un momento storico difficile.

 

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