Morte degli uccelli a causa delle antenne 5G? “No, solo cause naturali”

Le foto di centinaia di uccelli stecchiti sull’asfalto rimbalzano sui social, segno dell’ultima teoria cospirazionista: la colpa sarebbe dell’invasione delle antenne 5G.

5g

Secondo una teoria cospirazionista che sta impazzando sul web, il coronavirus sarebbe colpa dell’invasione delle antenne 5G. Sui social girano infatti foto di uccelli morti sull’asfalto. Nessuno però si chiede dove e quando siano state scattate quelle immagini. In proposito è stato contattato Alessandro Polinori, vicepresidente della Lipu (Lega italiana protezione uccelli). L’esperto ha detto che le foto sono di febbraio di quest’anno in via del Policlinico a Roma. Ed è solo una coincidenza che sia il periodo dello scoppio del Coronavirus perché la causa di quella strage è un’altra. “Quella notte – racconta Polinori – ci fu un vento molto forte. Gli stormi dormivano sugli alberi. Le forti raffiche di vento fecero cadere un albero e gli uccelli non riuscirono a scappare e si schiantarono sull’asfalto. Ne morirono centinaia. Nei nostri centri sono stati portati 86 uccelli feriti che abbiamo curato. Non avevano alcun segno di intossicazione o altro ma solo lesioni da impatto”.

“Gli uccelli sono morti per cause naturali”

Coronavirus
(Getty Images)

Le altre foto che girano si riferiscono a un episodio simile risalente al febbraio 2018. “In quel periodo – continua il vicepresidente della Lipugli stormi che sono venuti a svernare in Italia ripartono per il nord Europa. Basta che chi guida il gruppo abbia un problema, sia accecato o attaccato da un falco, sbagli traiettoria e tutti gli altri lo seguono e si schiantano con lui. Sono fenomeni naturali. Come le altre foto di Rondoni trovati morti a maggio dell’anno scorso sulle terrazze. Anche lì vennero fuori le teorie più fantasiose”.

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uccelli

Sugli uccelli trovati morti a Genova nei pressi di un’antenna 5G, Polinori ha detto: “Si tratta di meno di dieci esemplari di usignolo giapponese. Non conosciamo la causa. Stiamo verificando la possibilità di far fare le analisi dall’istituto zooprofilattico. Credo però che se fosse dipeso dalle antenne i casi sarebbero molti di più. Si tratta di fenomeni naturali – conclude – e non legati alle antenne 5G, né al Coronavirus”.

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