L’Università sta organizzando il più grande trial mai fatto fino ad ora tra Europa, Asia e Asia. Si vuole capire se la clorochina è efficace contro il Covid-19 e se ha un effetto di profilassi. 40 mila i sanitari coinvolti
Alcuni politici come alcuni studiosi la considerano un farmaco miracoloso, altri scienziati ci vanno cauti e cercano maggiori evidenze. Parliamo della clorochina, il farmaco antimalarico tra quelli che in queste settimane di emergenza sanitaria a causa del Covid-19 viene usato e sperimentato per combattere il virus.
Il suo uso non è ancora scritto nei protocolli ufficiali. I medici avvertono che non ci sono ancora evidenze scientifiche e diversi sono gli effetti collaterali. Nel frattempo però, in Italia e non solo, sono molti i malati a cui viene somministrato il vecchio farmaco antimalarico. Il tutto in regime off-label, cioè fuori delle indicazioni ufficiali, in ospedale ma anche fra chi viene curato a casa propria.
Tra i grandi estimatori della clorochina il presidente Usa Donald Trump, convinto che la somministrazione del farmaco sia una strada assolutamente da percorrere. Il presidente francese Emmanuel Macron, dal canto suo, ha incontrato l’autore di uno dei due studi che ne promuovono l’uso ma che per molti degli ambienti scientifici troppo poco rigoroso.
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Clorochina, il test su 40 mila sanitari volontari di tre continenti
Insomma urge chiarezza a riguardo. Per capire se il farmaco sia davvero efficace e se possa rappresentare una valida speranza contro il Covid-19. Ci ha pensato l’Università di Oxford che ha dato il via al più grande trial realizzato fino ad ora (come lo ha definito Repubblica) per testare in modo compatto e serio il farmaco.
Saranno coinvolti oltre 40 mila sanitari tra medici e infermieri che si trovano quotidianamente a contatto con le persone infette che volontariamente hanno deciso di sottoporsi al test. Il tutto in tre continenti: Europa, Asia e Africa.
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Cosa farà questo maxi esperimento? Da un lato si occuperà di capire se la clorochina è in grado di curare il Covid-19. Dall’altro, invece, se ha un effetto di profilassi, cioè se una volta assunta, prima dell’esposizione al virus, diminuisce la probabilità di ammalarsi.
I 40 mila sanitari che hanno detto sì al test sono distribuiti, come riporta repubblica, tra 50-10 ospedali dei tre continenti. Verranno divisi in due gruppi e riceveranno il farmaco o a pasticche singole o un placebo per tre mesi.
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I grandi numeri coinvolti permetteranno di avere dei risultati importanti e solo allora si potrà parlare di evidenze. Ma per tutto questo bisognerà aspettare non poco. I risultati del maxi esperimento arriveranno molto probabilmente tra un anno, forse quando non avremo ancora un vaccino.