Un’intera famiglia lucana stroncata dal Coronavirus nel giro di un mese. La tragica storia
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La sintomatologia da Coronavirus sta allargano i suoi orizzonti. La sua mortalità coinvolge tutta una serie di vittime che invitano chiunque a mantenere alta la concentrazione e non sottovalutare il problema. L’ultimo caso è legato ad una catena di destini avversi che hanno avuto come protagonista il Coronavirus. Si tratta di una famiglia di origini lucane, in cui il nemico non si è risparmiato, entrando da una porta secondaria. Tutto parte da Marco, ragazzo 26enne, deceduto a causa di una fibrosi cistica. La causa del decesso non era legata a sintomi riconducibili al Coronavirus. Nonostante le similarità al virus, dettate da un’intensa formazione mucosa nell’apparato respiratorio del giovane, l’infezione riguardava l’alterazione del gene CFTR.
Il ragazzo si trovava a Parma, località in cui il fratello e la sorella erano sopraggiunti in un secondo momento per recuperare il corpo del loro familiare venuto a mancare. L’arrivo nella località emiliana, ha causato loro un contagio da Coronavirus, dando vita ad un caso ad effetto domino. Al rientro in Basilicata, Giuseppe e la sorella hanno iniziato a manifestare sintomi di febbre e tosse continui. Con loro conviveva anche il padre, un adulto 66enne, anch’egli inevitabilmente contagiato.
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La storia di Giuseppe, per gli amici Pino, incredibilmente ucciso dal Coronavirus
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L’effetto domino creato nella famiglia Rampollo si tratta di un caso anomalo da Coronavirus, nonchè tra i primi casi di decesso per mano del nemico, registrati nella Regione Basilicata. Giuseppe, per gli amici Pino, fratello del parmense Marco, è tra le vittime lucane più giovani. Si è spento lo scorso 1 Aprile a soli 38 anni. Insieme al papà era ricoverato al nosocomio potentino, Ospedale “San Carlo”.
Giuseppe non registrava alcuna patologia pregressa, eppure è rimasto incredibilmente vittima del nemico nonostante la sua giovane età. Ricopriva la carica di vigile urbano e dalla data della prima conferenza di Conte sul decreto anti-contagio, lavorava a pieno ritmo nel rispetto delle normative estese in tutta Italia.
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Padre di una bimba di appena due mesi, coltivava la passione della politica. Negli ultimi tempi, come raccontano i suoi concittadini, aveva deciso addirittura di candidarsi come segretario regionale del PD.