Le morti tra i religiosi di tutta la Penisola italiana: preti che sono stati fino alla fine vicino ai fedeli malati.
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Erano preti come Don Mario Cavalleri di 104 anni e fondatore della “Casetta” a Cremona, un posto d’accoglienza per poveri, tossicodipendenti e senza dimora. Erano sacerdoti sempre in mezzo alla gente annientata dal Covid 19. Papa Francesco li ha ricordati durante i riti pasquali, parlando di “santi della porta accanto”, preti, religiosi e suore che “hanno dato la vita per amore” come medici e infermieri. Ma il bilancio totale dei morti tra i religiosi è ancora più alto: il calcolo non tiene conto infatti di frati, missionari, monache e consacrati.
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Il centesimo morto tra i preti è deceduto a Pesaro
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Nella sola diocesi di Bergamo, la più colpita d’Italia, ai 25 sacerdoti uccisi dalla pandemia si aggiungono 14 religiosi e 84 suore “defunte in questo tempo di pandemia”. Il centesimo prete è morto a Pesaro, si chiamava don Marcello Balducci di 61 anni. Anche lui, nonostante i suoi problemi di salute, è rimasto fino alla fine a svolgere la sua vocazione tra i fedeli e a dare conforto ai parrocchiani. Volti e storie dei preti vittime del Coronavirus raccontano la storia di tanti sacerdoti che hanno finito per contagiarsi soltanto perché hanno continuato a stare vicino alla loro gente come avevano fatto per tutta la vita.
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Don Fausto Resmini, morto all’età di 67 anni, a Como, in terapia intensiva, aveva creato una comunità per minori, era stato cappellano del carcere, procurava cibo, medicine e coperte ai clochard della stazione di Bergamo, girava la notte in camper e aiutava i poveri, gli anziani e i migranti.