Il presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli, intervenuto alla trasmissione Che tempo che fa, ha parlato della riapertura delle scuole attualmente chiuse per l’emergenza Covid-19.
Tra le maggiori criticità emerse durante l’emergenza Covid-19 che sta affrontando l’Italia, vi è quella relativa all’anno scolastico. Attualmente sono oltre 7 milioni e mezzo gli studenti nel nostro Paese che hanno lasciato i banchi scolastici per via del decreto governativo che ha disposto la chiusura degli istituti su tutto il territorio italiano. Il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina nel corso di una conferenza stampa, nei giorni scorsi, aveva rassicurato sul prosieguo dell’anno scolastico, ma i dubbi permangono, soprattutto dopo la decisione di prolungare le misure di contenimento da parte del Governo sino al prossimo 3 maggio. In merito ha parlato ieri, durante la trasmissione Che tempo che fa su Rai 2, il presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli.
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“È fuori da ogni dubbio che se chiudere tutte le attività produttive e prendere misure come quella del distanziamento sociale è stato doloroso, riaprire senza far tornare il paese in una situazione di esplosione epidemica è un’operazione critica e delicata“. Queste le parole del presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli, intervenuto in collegamento ieri sera alla trasmissione Che tempo che fa, in merito alla fase 2 dell’emergenza Covid-19 in Italia. Nel corso del proprio intervento, Locatelli ha parlato dell’importanza delle mascherine e dei test sierologici, il cui studio sarebbe in fase di validazione, che contribuiranno sicuramente alla riapertura del Paese, ma bisognerà comunque elaborare una strategia che tenga in conto tutte le variabili dell’emergenza.
Alla domanda del conduttore della trasmissione Fabio Fazio in merito ad una possibile riapertura delle scuole a maggio, il presidente del Consiglio Superiore di Sanità spiega: “Personalmente, in questo momento credo che si possa pensare di posporre l’apertura delle scuole all’inizio del prossimo anno scolastico, ma è una scelta che spetta al Governo e al ministro dell’Istruzione“.
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Infine, il professor Locatelli ammette che la circostanza che suscita maggior preoccupazione in questa fase sia l’abbandono dei comportamenti individuali che hanno portato a limitare il numero delle persone ricoverate e a ridurre il numero dei morti, che ieri ha fatto segnare il numero più basso dal 18 marzo.
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