La Ferrari spera di riavviare alla grande la propria produzione e per farlo mette in atto tutta una serie di procedure che mirano a tutelare la sicurezza dei lavoratori durante la pandemia.
La notizia travalica i confini. Ne scrive, tra gli altri, Les Echos che titola: “Coronavirus : Ferrari met en place un dispositif de luxe pour ses salariés”.
E in effetti Ferrari sta mettendo in atto misure di sicurezza all’avanguardia per minimizzare o ridurre all’estremo le possibilità di contagio all’interno degli stabilimenti. Il progetto si chiama Back on track e ha necessitato la collaborazione e consulenza di professionisti del calibro di Roberto Burioni. Ne parla anche Forbes.
Ad esempio, gli spostamenti saranno tracciati e in caso di malattia è previsto un piano di sostegno alle famiglie particolarmente generoso.
Visti i limiti imposti dalla normativa sulla privacy (GDPR e non solo), Ferrari intende raggiungere l’obiettivo di effettuare un vero e proprio censimento delle condizioni di salute, su base volontaria. Questo screening non riguarderà ovviamente soltanto i lavoratori ma anche le loro famiglie.
Addirittura, i dipendenti potranno scaricare un’applicazione che li avvisi nel caso in cui sia avvenuto un contatto con una persona positiva (ovviamente il sistema sarà anonimo).
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La lettera di Elkann agli azionisti
Ma vediamo da quanto John Elkann, presidente e amministratore delegato di Exor, (società che controlla Fca, Ferrari, Juventus, la compagnia di capital good CNH Industrial, il gruppo editoriale GEDI, proprietario ad esempio di La Repubblica NDR), ha dichiarato agli azionisti in una lettera a loro indirizzata che auspica in una “riapertura graduale e in sicurezza” dei luoghi di lavoro.
Nella lettera agli azionisti Elkann parla di “settimane estremamente difficili che si stanno trasformando rapidamente in mesi inimmaginabili“.
La promessa, mista a speranza è quella di “uscire dalla crisi più forti quando tutto questo sarà finito”.
Peraltro, nel frattempo c’è un obiettivo importante da portare a termine, nonostante la pandemia: la fusione con i francesi di Psa.
A riguardo, Elkann dichiara, come pubblica La Repubblica: “Abbiamo molta fiducia di riuscire a raggiungere le sinergie dichiarate, circa 3,7 miliardi di euro all’anno senza chiusure di stabilimenti”.
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